"Lei tanto amata" di Teresa Ciabatti

Rossana Massa. Alessandria

Sono stata sveglia fino alle 03.30. Volevo leggere una decina di pagine di "Lei tanto amata" di Teresa Ciabatti. Invece ne ho lette cento, perché io tanta sfacciataggine a parlare della propria famiglia difficilmente l'avevo vista. E che famiglia! Qui si entra nel ventre molle dei notabili di provincia, che tutto dominano, tutto possono. Non tutti però sono padri onnipotenti appartenenti alla P2 o amici di Licio Gelli. Anche se un po' cafoni.
Non tutti sono luminari della medicina aggiornati negli USA, la cui moglie assolda Tom Ponzi,per sapere chi sia veramente il primario che ha sposato, venerato come un Dio in provincia, ma considerato un parvenu a Roma.
A raccontarlo la figlia. Una scrittrice che prima di raccontare di sé si è dedicata alla narrativa e al cinema come sceneggiatrice, quasi girando intorno all'idea del romanzone biografico, senza avere ancora il coraggio d'affrontarlo, in cui ogni tanto si parla anche di storia (il golpe Borghese,ad esempio).
Forse aveva bisogno di diventare madre a sua volta. 
Ho letto alcune recensioni del romanzo, diverse negative di parecchio.
Io so che sono rimasta incollata alle sue pagine, ma avevo capito che sarebbe stato così dall'incipit.

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