Le passeggiate e gli amori di Nicola Salvini, Augusto Salati

Le passeggiate e gli amori di Nicola Salvini

Capitai in una spiaggia deserta, a me piace camminare in posti solitari e questo luogo a me sconosciuto mi strappava l’anima tanto era remoto dalle Città e così antico nel suo stato. Immaginavo che da un momento all’altro arrivassero dei Cannibali per mangiarmi, naturalmente era solo una mia fantasia. 
Di solito lungo le rive del mare volano dei gabbiani, qui nemmeno un’ala che piovesse dal cielo e il cielo stesso sembrava un vasto tetto di cristallo. Senza dar troppo peso a queste sorprese, continuai a camminare. 
Tenevo le braccia dietro la schiena per riposarle e la faccia che guardava per terra come faccio sempre, è per questo che mi è venuta la gobba. Avvertii qualcosa sotto i miei piedi, come un timido terremoto, mi fermai qualche istante, guardai intorno a me e ripresi a camminare.
 L’acqua era immobile ma mi sembrò che si ritirasse: come era possibile! Lontano, si spostò una pietra che si sfarinò, incominciai ad aver paura. Provai a tornare indietro, ma non riuscivo a voltarmi. Come se all’improvviso sorgesse un vento dalla terra, iniziarono a formarsi molti mulinelli di sabbia, dal mare arrivò un pulviscolo d’acqua per mescolarsi a quel misto di vento e sabbia. 
Di colpo tutto cessò. Rimasero in piedi numerosi corpi di donne e di uomini che si pulivano la sabbia dai loro corpi. Vidi che si cercavano, ognuno trovò il suo partner e incominciarono a farsi i complimenti, sorridersi, baciarsi, guardarsi, toccarsi. Poi come fossero telecomandati gli uomini tutti insieme adagiarono le loro donne sulla sabbia e visto che era una delizia farlo si unirono intimamente ansimando e godendo in un coro di lamentosi atti di felicità. 
Finita la copula si distesero tutti a riposare. Li guardai attentamente e i loro corpi erano di sabbia. Mi tastai il corpo per sentire se anch’io ero di sabbia ma in quel momento il vento passò folle sui loro corpi devastandoli in pochi minuti. Non rimasero che piccole dune appianate dalle onde del mare che aveva ripreso la vita consueta. Il paesaggio cambiò e mi accorsi che ero arrivato alla fine del libro e che stavo seduto su una pietra nella spiaggia di Palombina Nuova. a.s.

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