Il successo è un’idea da scaffale

BENEDETTA ARESE LUCINI
Mi conoscete come entusiasta del mondo delle start-up e dell’innovazione ma sono anche una grande appassionata di arte contemporanea. Tante volte mi imbatto in conversazioni davanti a un quadro che cominciano sempre con «ma questo lo potevo fare pure io».   
Ed è li che invece io decido di conoscere cosa ha portato l’artista a completare quell’opera, attraverso un meticoloso studio della sua storia.  
Allo stesso modo, davanti a modelli di business che ormai sono diventati di uso comune, non si vede o comprende la loro disruption, che è invece profondamente chiave alla storia di un imprenditore e della sua start-up. Per questo voglio dare spazio alle storie dietro le idee, affinché possano essere di ispirazione per tanti giovani e meno giovani che hanno un progetto e vogliono metterlo alla prova. Queste storie vi faranno appassionare, e insegneranno che l’idee non bastano, la resilienza è quella che premia.  
Cominciamo da Elena. Una ragazza toscana, una dei quasi 25.000 abitanti di Montevarchi in provincia di Arezzo. A Elena il coraggio e la curiosità non mancano, e la sua capacità di sognare l’hanno portata lontano. Perché Elena ha provato a reinventarsi, quando il suo direttore al giornale in cui lavorava le ha detto che non c’era spazio per le sue ambizioni. Da qui Elena si convince che progettando un magazine per bambini su iPad, poteva trovare la sua strada.


Il progetto entra a far parte di un acceleratore di start-up, e Elena conosce Francesca, con cui si mette in società. Io conosco Elena e Francesca a San Francisco, erano atterrate da poco, dopo aver vinto un programma di 3 mesi grazie a una competizione per start-up. Ci siamo trovate in una casa di una signora italiana da tanti anni trasferita a San Francisco e che le accoglieva per farle sentire a casa, come aveva fatto con me un anno prima. Era l’inizio del 2012, il mercato americano sta uscendo dalla crisi finanziaria e sempre più start-up nascevano nei loft di Soma, un’area trasandata della città.  

Elena mi fa vedere una bozza del loro progetto e mi racconta che lei e Francesca dovevano tentare la strada della famosa Silicon Valley, per riuscire a finanziare il loro progetto, non avendo trovato supporto da finanziatori in Italia dopo più di un anno di ricerca. Invece a San Francisco, trovano subito il primo investitore che si appassiona del loro progetto, e cominciano a sviluppare applicazioni in formato digitale con storie per bambini. Passano 4 anni pieni di sfide per farsi conoscere sul mercato e raggiungono piccoli successi, i primi premi dal mondo start-up e una community di bambini appassionati.  

Elena e la sua socia, capiscono che devono fare di più e dopo anni a progettare contenuti digitali, tornano all’idea di un libro. Non hanno molti finanziamenti per poterlo sviluppare, e non sono ancora riuscite ad ottenere profitti significativi dalla loro start-up Timbuktu Labs da usare per investirci. Ma questo non le spaventa, preparano un video e si lanciano in una campagna di crowdfunding online sul sito kickstarter, il più famoso al mondo per questi progetti. Nel video raccontano di bambine con pochi modelli, che non sognano in grande. Il loro libro delle favole della buonanotte, vuole ispirarle grazie a storie di cento donne nel mondo, ancora in vita o che hanno segnato la nostra storia.  

Le fondatrici hanno il desiderio di stampare 1000 libri, e cercano per questo progetto donazioni per un budget di 40.000 dollari.  
L’ambizione di continuare a portare storie ai bambini, e la grandissima capacità di intercettare un problema che non aveva affrontato nessuno è una combinazione vincente, il progetto, Goodnight Stories for Rebel Girls, è la campagna di crowdfunding per un libro più grande al mondo, e porta a Elena Favilli e Francesca Cavallo un immediato successo, rendendole oggi conosciute a tutti. Le copie vendute sono mezzo milione, tradotte in 30 lingue e distribuite in 75 Paesi al mondo. Una vera e propria rivoluzione culturale che vuole contribuire a far crescere tante altre donne fantastiche, dando loro fiducia fin da quando sono bambine. Elena ha sempre scritto storie, e con le sue Goodnight Stories, ha l’ambizione di accompagnare più bambine ad essere ambizione.  

Oltre alle storie di persone diventate famose, per me se ne nascondono tante che sono apparentemente comuni, proprio come quelle di Elena e Francesca, ma che in realtà sono davvero straordinarie.  


Il mio impegno è trovarle e raccontarle qui. E se volete segnalarmele scrivete aba@ovalmoney.com

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