"Il Commissario Soneri e la legge del Corano", di Valerio Varesi.


Rossana Massa. Alessandria
Ho terminato di leggere "Il Commissario Soneri e la legge del Corano", di Valerio Varesi.

Ebbene,non è stata una lettura semplice,nonostante la bella scrittura scorrevole non priva di qualche battuta umoristica a stemperare il peso del contenuto,perché finalmente in un romanzo si tratta della presenza degli Islamici nel nostro Paese, della loro difficile integrazione, del rapporto che intercorre tra gli stessi (persone molto diverse tra loro,per storia e carattere,troppo facilmente accomunate dal pensiero autoctono) e lo si fa con estrema lucidità. Senza letture di parte,senza cedere al gusto del noir (è un giallo e tale resta fino alla fine).

Diciamo che la vicenda si dipana come un gomitolo,che il lettore deve riavvolgere pazientemente,per entrare nella dinamica dei rapporti tra "loro" e tra "noi e loro".

Nessuno ne esce davvero bene. A dimostrazione del dramma quotidiano di tutti. Cosa interessante e nient'affatto scontata,gli Islamici si rapportano con anziani residenti. Cosa frequente e alla quale spesso non pensiamo,ma chi affitta case a molti tra loro,specie se appena arrivati e senza famiglia,sono i vecchi proprietari di stabili mezzi vuoti e i vicini di casa sono spesso tutti anziani,combattuti tra l' ostilità e il paternalismo, la paura e l'egoismo di chi con l'età non abbia nulla da perdere.
Insomma,un gran bel romanzo. 
Alla fine,tutti i nodi arrivano al pettine e ti si ripaga della fatica di aver letto un romanzo ,che non fa leva su retorica,immagini forti, sensazionalismo.








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