E’ morto in carcere Doddore Meloni, l'indipendista sardo.

Su tutti i media sardi on line spicca l’irritazione e l’indignazione del popolo sardo per la morte in carcere di uno dei suoi più coraggiosi e coerenti rappresentanti, un gigante sia fisicamente che spiritualmente, che è stato letteralmente messo a tacere con la prigionia, come ai tempi dell’unificazione un secolo e mezzo fa e che la retorica risorgimentale ha distorto a suo piacimento definendoli eversivi, rivoltosi o briganti. 
Che sia stato imprigionato e che non gli siano stati assegnati almeno gli arresti domiciliari è stato un atto vergognoso di gretta repressione e punizione che solo uno stato autoritario, accentratore e antidemocratico poteva compiere. 
Non credo che i responsabili della sua morte saranno perseguiti, anzi probabilmente faranno carriera, come è sempre avvenuto in questo paese di servi e parassiti al potere, che non rappresentano gli interessi della popolazione ma solo i propri, delle proprie clientele politico economiche e delle lobby finanziarie internazionali. 
L’indignazione per un atto tanto ignobile non dovrebbe essere solo riservata ai sardi ma a tutti gli italiani e a coloro che credono ancora nei valori dell’autodeterminazione dei popoli, del rispetto per i diritti umani, della libertà e della dignità umana, valori costantemente violati dall’accozzaglia di politicanti che governano questo stato “colonizzato”, dove i criminali dai colletti bianchi non fanno un solo giorno di carcere mentre coloro che rappresentano valori in contrasto con gli interessi dello stato vengono perseguitati e persino uccisi “legalmente”, applicando le leggi in maniera crudele e strumentale. Uno stato che si comporta in questo modo merito solo disprezzo. Vergogna!

Claudio Martinotti Doria

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