Dopo la tempesta, Elena Milani

Dopo la tempesta, Elena Milani

Sono una pozza
dopo la tempesta
in una buca
sta la mia sostanza,
acqua di cielo
che accompagna il lampo
lavo il rumore
che si porta il tuono.
Resta nell'aria
un fresco grigio sole
io mi rifugio
fra la sabbia e il mare,
dentro lo scavo
che ha lasciato un bimbo
con la fatica
della sua paletta.
Mi sento un nulla
rispetto a ciò che ho intorno,
un filo d'erba
piegato sotto un piede,
zolla di terra
che ruzzola in discesa,
briciola secca
di un pane che è avanzato.
Eppure sto
e resto qui al mio posto,
accoccolata fra l'onda
e la mia spiaggia,
gioco coi granchi
a camminar di lato
entro in conchiglie
fingendomi una perla.

Vedo dal basso
le gambe dei passanti,
guardo vicino
il gioco dei bambini ,
odo le grida
di madri preoccupate,
ammiro e vivo
i tuffi dei delfini.
Stare in un buco
è la mia vocazione,
perché è accogliente
come una culla o un nido
e tiro dentro
a questa mia prigione
chi vuol udire
il mio sommesso grido.
elena


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