DAL SUONO AL TRASCENDENTE, Lucia Lanza

Dal momento che la musica proviene dal cielo è in condizioni di elevare. Il suono, in altre parole, è la via di accesso al trascendente (10). È questo il motivo per cui tra tutti i repertori di musica sacra esistono analogie come le formule ritmico-melodiche di tipo ripetitivo (ripetizione di testi o parole sacre) o ossessivo però ricche di valori simbolici anche se apparentemente banali (11); e lo stesso criterio è quello che presiede alla ripetitiva gestualità corporea (12).
La ripetitività, attraverso l'induzione di uno stato di stordimento provoca, da parte degli esecutori e degli ascoltatori, l'effetto del superamento dei limiti del reale, cioè il superamento delle dimensioni dello spazio e del tempo spostandoli in una dimensione emotiva superiore.
Basterebbero queste considerazioni per spiegare il favore con cui le religioni hanno in genere accolto la musica anche se appare opportuno, a questo punto, distinguere tra musica rituale e musica religiosa.

In particolare va detto che la musica religiosa è liturgica unicamente quanto alla scelta del testo perché, altrimenti, non è in grado di assolve alla funzione di superamento del reale prima descritta.
Di fatto i criteri compositivi sono volti a soddisfare più le esigenze estetiche che quelle di preghiera corale (13).

11. È caso del Krishna Krishna, Hare Hare; ed è anche il caso del Kyrie eleison, Khriste eleison delle litanie laureatene nel cristianesaimo.
Stelio Calabresi
Note:
10. A questo scopo in tutte le tradizioni spirituali di ogni epoca e di ogni collocazione geografica, pur con mezzi espressivi diversi, sono state elaborate musiche che avevano lo scopo di creare le condizioni ideali per la meditazione e per il rapporto diretto con Dio. Si pensi ai mantra tibetani, alle danze voodoo, ai riti musicali maya ed aztechi, ai rituali dei tarantolati; tutte queste ritualità si concludono con un passaggio di stato da parte dell'officiante che, in trance (estasi o comunque di "ipercoscienza"), entra in comunicazione con una entità superiore.
Da rilevare che l'ipercoscienza è diversa dalla perdita di coscienza o alienazione (il cosiddetto sballo da discoteca) dovuta anche all'uso di sostanze stupefacenti, o alcooliche.
La ipercoscienza tende ad aprire la via di accesso al trascendente e, quindi, ad eliminare ogni legame con il mondo terreno: la cognizione dello spazio e del tempo che garantiscono lo stato di coscienza.
In sostanza la divinazione pitica, in quanto indotta dall'assunzione di droghe induceva non all'ipercoscienza ma all'incoscienza. La differenza in sostanza è questa: nell'ipercoscienza è l'essere che si eleva alla divinità; nell'incoscienza è la divinità che scende verso il soggetto e se ne impossessa.

12. Si pensi ai movimenti rotatori ossessivi dei "sufi" (detti anche dervisci danzanti o di Mevlana.
13. È il caso della "Missa solemnis" di Beethoven o della "Messa da Requiem" di Verdi. La "Messa da Requiem" di W. A. Mozart rientra, per converso, nella categoria della musica liturgica, nonostante diverse opinioni (se non altro in relazione al momento in cui venne composta ed alla tecnica compositiva).
La musica che più si avvicina alla struttura dell'"Harmonia mundi", è il canto gregoriano che fa parte del canone romano: i suoi testi derivano dalla sacra scrittura, è un canto monodico (tutti cantano insieme la stessa melodia), a cappella (senza accompagnamento di strumenti).
Nonostante l'uso di testi religiosi, il canto gregoriano va annoverato tra le musiche rituali perché prevale i tipo di composizione per i caratteri sopra delineati (monodicità, ripetitività).
Sotto un profilo storico dobbiamo ricordare che, a partire dall'editto di Costantino (313 d.C.) in tutta l'area cristiana si differenziarono (sul ceppo originale della lettura e della salmodia) diversi repertori: l'Ambrosiano (ancora eseguito a Milano), il Mozarabico (in Spagna con influenze arabe), il celtico (in Inghilterra, ad opera di St. Patrick, ma di esso restano solo i testi), il Gallicano (in Francia), l'Aquileiense (nel Beneventano) ed il Romano.


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