Con l’inchiesta che coinvolge anche Aral, lo stop ai conferimenti costa al mese 400 mila euro

Fulvio De Lucchi, presidente nonché direttore di Aral, ha presentato le dimissioni al cda
Arrivano le prime ripercussioni pratiche dell’inchiesta sui rifiuti partita dalla Procura di Brescia e che sta coinvolgendo massicciamente l’Alessandrino. Ieri Fulvio De Lucchi, presidente nonché direttore di Aral, ha presentato le dimissioni al cda. Gli altri due componenti restano in attesa che il Comune di Alessandria nomini il sostituto di De Lucchi e probabilmente anche un direttore ex novo. Anche perché la situazione sta rapidamente deteriorandosi: l’attività dell’azienda di smaltimento rifiuti è ferma quanto meno per quanto riguarda i conferimenti di immondizia in arrivo da fuori, cioè non dai 32 Comuni soci. Ma questo smaltimento extra «in house» vale ormai una quota notevole di fatturato, almeno 400 mila euro al mese. Il che significa che ogni settimana lo stop costa 100 mila euro. I tempi per risolvere la crisi sono dunque strettissimi, ma non dipendono solo dagli enti locali bensì soprattutto dalle prossime mosse della magistratura. Intanto l’inchiesta bresciana si allarga a buona parte del Nord Italia, gli inquirenti vogliono vederci chiaro anche nell’utilizzo degli inceneritori di Piemonte, Lombardia e Liguria. 

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