Che cosa sono i voti di fiducia

L’esecutivo può decidere di mettere la fiducia su un disegno di legge, legando il proprio destino a quello del testo. Nasceva per ricompattare la maggioranza in situazioni eccezionali, ma viene sempre più utilizzato per velocizzare il dibattito e assicurare l’approvazione di proposte molto discusse.
Definizione:
Nei sistemi parlamentari come il nostro, gli elettori non eleggono direttamente il presidente del consiglio, ma solo i rappresentanti in parlamento; perciò il governo, dopo la nomina da parte del capo di stato, ha bisogno del sostegno di una maggioranza parlamentare per entrare in carica. Questo sostegno si esprime attraverso il voto di fiducia, base del rapporto tra governo e parlamento, e regolato dall‘articolo 94 della costituzione italiana.
Esistono 3 tipi di fiducie: i) su mozioni o risoluzioni, tra cui quelle utilizzate per sancire il sostegno parlamentare alla nascita di ogni nuovo esecutivo; ii) mozioni di sfiducia nei confronti del governo o di singoli ministri; iii) o su specifici progetti di legge considerati decisi per l’attuazione del programma di governo.
Proprio quest’ultima è la tipologia più ricorrente, diventata con il tempo un elemento molto controverso del dibattito parlamentare. Non essendo presente in costituzione, il suo funzionamento è normato dai regolamenti di camera e senato, che ne stabiliscono pure i limiti: «la questione di fiducia non può essere posta su proposte di inchieste parlamentari, modificazioni del regolamento e relative interpretazioni o richiami, autorizzazioni a procedere e verifica delle elezioni, nomine, fatti personali, sanzioni disciplinari ed in generale su quanto attenga alle condizioni di funzionamento interno della Camera e su tutti quegli argomenti per i quali il Regolamento prescrive votazioni per alzata di mano o per scrutinio segreto».
Dati:
Nella XVI legislatura (2008-2013) ci sono stati 96 voti di fiducia su disegni di legge, 1,6 al mese. Specialmente durante l’esecutivo Monti lo strumento è stato particolarmente utilizzato, ben 51 volte in 17 mesi di governo, circa 3 volte al mese. Nei primi 42 mesi della XVII legislatura (governi Letta e Renzi) i voti di fiducia su disegni di legge sono stati 76, 1,8 al mese. Interessante mettere in relazione il numero di fiducie con il totale delle leggi approvate, un modo per capire il reale impatto del fenomeno sulle dinamiche parlamentari. Mettendo insieme i dati degli ultimi 4 governi (Berlusconi, Monti, Letta e Renzi) risulta che 1 legge su 4 (il 25%) è stata approvata con una voto di fiducia.
Analisi:

L’uso massiccio dei voti di fiducia nelle dinamiche di camera e senato è diventato ormai una prassi, con delle conseguenze chiare sulla quantità e qualità del dibattito parlamentare. Questo perché da un lato lo velocizza, specialmente sui decreti legge in scadenza, dall’altro lo limita, legando il destino del testo a quello dell’esecutivo. Come se non bastasse accadde spesso che la fiducia venga messa su un maxi emendamento del governo. In situazioni in cui il dibattito in commissione o in aula modifica la proposta del governo, l’esecutivo può decidere di rivoluzionare il testo modificato da deputati e senatori presentando un maxi emendamento a completa sostituzione del disegno di legge, su cui pone la fiducia.

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