CALURA, Lidia Guerrieri


CALURA
Filari immobili,
l'afa lattiginosa che trascina
il suo opaco fardello;
l'arsura dei ligustri e del canneto.
Il vento s'è appiattito
ed ha serrato l'ala insonnolita
fra le ossa in fondo al greto;
solo una piuma d'aria si dilata
e arranca alla collina;
sul filo del telefono
s'incrina a mezzo cielo, senza lacrima,
uno straccio di nuvola.
Appena luce in spento polverume
il contorto uliveto, tra morgane
che illudono di vele la bassura;
fra le ciglia del pino,

la cicala riposa.

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