Una poesia di Loredana Mariniello

Una poesia di Loredana Mariniello

Soavemente, giaccio,
immobile come una statua di ghiaccio.
Nell'inventario degli ultimi eventi,
nell'amnesia di cento venti iracondi
non ho obliato neppure
l'ombra di un ricordo,
e sul cuore resta incisa a fuoco
la data d'esordio del trionfo dell'incanto,
sì, come quella del drammatico schianto.
Non escon fuor dal sogno
le dolci e tenere carezze,
le vaghe promesse, però,
nel tempo, 
non mutano in certezze.
Sul pallido mio viso,
non si è ancor arreso
il luminoso sole di un sorriso ,
ma irrimediabilmente liso,
non splende più radioso
il nostro amor corroso.
E mi raccolgo tutta
sul tuo superbo petto,
cercando protezione
in un vile contatto,
nulla ha di spirituale
la tua falsa devozione,
sacra e funesta è, invece,
questa mia dannazione.

Mentre mi siedi accanto
e, muto, mi leggi dentro
è più forte di un primo incontro,
più audace di un carnal congiungimento,
il fine struggimento
che solca il sentimento,
quando sento il tuo respiro
farsi a me sempre più vicino.
Il gesto tuo più lieve,
il passo tuo più breve,
inebria quest'animo greve
come solo un buon vino !
Tu baci le mie pie mani,
mai pago di lascive emozioni,
ma son già troppo lontani
i giorni delle illusioni !
Domani, nell'incavo 
di altre esili braccia,
io so che placherai
i tuoi furenti ardori ,
sordo ai miei mesti richiami
e dimentico dei miei atroci dolori .








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