Stadio Roma, il dissenso dei grillini viaggia su un ponte (che non si farà)

Venerdì il parere del IX Municipio, ieri le scintille tra militanti ed eletti
Finché c'erano le tre torri di Libeskind a fornire ai grillini un argomento di contrarietà al progetto dello stadio della Roma attorno al quale compattarsi agevolmente, le cose erano meno complicate. 
Ma da quando la nuova delibera di pubblica utilità della giunta capitolina ha messo nero su bianco le cifre relative alla opere pubbliche legate alla costruzione dell'impianto della squadra giallorossa, il dibattito all'interno del Movimento pentastellato si è fatto meno ideologico, con esiti allo stesso tempo burrascosi e imprevedibili, soprattutto tra gli eletti e i militanti delle zone interessate dal progetto. 
Mercoledì sera, la riunione dei militanti grillini del IX municipio (sul cui territorio sorgeranno lo stadio e il business park) ha avuto più di un momento di tensione, dovuto all'insofferenza di gran parte dei residenti nei confronti dei loro rappresentanti in consiglio comunale, rispetto alla questione delle opere pubbliche che dovrebbero accompagnare lo stadio e il nuovo insediamento, e una in particolare: il ponte dei congressi. 
La cancellazione delle torri della discordia ha infatti trascinato con sé quella del ponte di Traiano, che è stato ritenuto superfluo in presenza di quello dei Congressi (finanziato dal governo). Ma il problema è che quest'ultimo ha un iter ancora tutto da definire salvo - a detta di tutti coloro che si stanno interessando alla questione - una certezza: non vedrà la luce prima di quattro/cinque anni.
Questo significa che, se il cammino della nuova delibera di pubblico interesse dovesse avanti senza intoppi e sfociare nella nuova conferenza dei servizi, il via libera definitivo all'impianto potrebbe essere dato tra un anno esatto, con il probabile risultato di una situazione di viabilità a dir poco critica. Sia il ponte di Traiano che quello dei congressi (il primo originariamente a carico dei proponenti e per cassato dalla giunta dopo la riduzione delle cubature) hanno la funzione fondamentale di fornire a chi si reca o a chi torna dalla zona un'alternativa all'insufficiente e già sovraccarico binomio via del Mare – via Ostiense, che si troverebbe a servire anche lo stadio in occasione di eventi sportivi e soprattutto il nuovo quartiere commerciale in via permanente. Uno scenario che il meetup di zona, così come i comitati di quartiere, ritengono disastroso, proprio mentre il Campidoglio sembra aver messo la quarta, accingendosi a far votare in consiglio la delibera a metà della prossima settimana. Prima di quella scadenza, però, ci sarà l'acquisizione del parere del IX Municipio, il cui consiglio è stato convocato venerdì mattina alle 11 con tanto di diretta streaming, elemento che dovrebbe scongiurare la bagarre delle ultime riunioni a porte chiuse, ma che potrebbe far emergere tutta la frustrazione di una parte dei militanti del territorio. Tra i quali, va ricordato, ci sono anche due consiglieri comunali (Alessandra Agnello e Alisia Mariani) che alle riunioni del gruppo avevano votato contro il precedente progetto e hanno sempre manifestato una forte perplessità su tutta l'operazione. Saranno loro, nei prossimi giorni, gli osservati speciali del capogruppo Paolo Ferrara e della giunta che, come emerge dalle dichiarazioni di tutti i responsabili Pd in Campidoglio, non potrà sperare nel soccorso Dem in aula Giulio Cesare.


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