Operazione “Area 51” contro la ‘ndrangheta lombarda. Anche in provincia di Alessandria

Sgominato un importante traffico di cocaina tra la Colombia e l’Europa, attraverso la ormai consolidata triangolazione della “polvere bianca” della ‘ndrangheta – Colombia-Spagna-Italia – per poi essere commercializzata in tutta Europa, però questa volta con una novità: c’erano infatti anche degli infiltrati a Malpensa(1 dipendente dello scalo arrestato) e c’erano in campo dei progetti per far passare la droga attraverso lo scalo Milanese direttamente dalla Colombia. Ne sono sicuri gli investigatori dell’operazione Area 51 che ha portato all’esecuzione di 21 ordinanze (2 le persone ancora da catturare) di custodia cautelare per traffico internazionale di stupefacenti da parte di esponenti della ‘ndrangheta.
«Una delle operazioni antidroga più importanti e rilevanti degli ultimi anni» l’ha definita il comandante provinciale dei carabinieri di Milano, Canio Giuseppe La Gala. Le 21 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Milano, Maria Cristina Mannoci, su richiesta della Dia, sono state eseguite tra Milano, Monza e Brianza, Alessandria, Perugia, Catanzaro, Roma, Varese e Vercelli. Vedi il video: http://www.alessandrianews.it/web-tv/index.php?id=47006&videoCode=386150#div_757095
“Follow the money”, ovvero “segui il denaro”: questa la filosofia – una novità  nel campo delle indagini per droga – che ha guidato gli inquirenti e gli investigatori. In questa operazione infatti non è stato sequestrato stupefacente ma soldi. E molti. I carabinieri hanno trovato 250mila euro in contanti, nelle case e nelle tasche degli esponenti dell’organizzazione.Somme come i 360 mila euro sequestrati a Casale Monferrato (Alessandria) ad Alfio Di Mare il 4 settembre scorso. Soldi che, racconta un investigatore, «erano umidi».
Come se fossero stati nascosti sotto terra. Come i clan calabresi facevano ai tempi dei rapimenti. La cosca in soli quattro giorni riesce a raccogliere più di un milione di euro in contanti per pagare una partita di coca. I calabresi acquistavano la coca in Colombia a 8 mila euro al chilo. Una volta in Italia veniva rivenduta all’ingrosso per più di 30 mila euro. In cella anche Saverio Gualtieri, 52 anni, uomo di fiducia di uno dei più importanti trafficanti di San Luca, Giuseppe Calabrò detto ‘u dutturicchiu (libero).
Altri 390mila sono stati sequestrati nel momento in cui un corriere stava per partire dall’Italia con un’auto verso l’Olanda, dove avrebbe dovuto consegnare il denaro direttamente ai cartelli colombiani. Gli inquirenti sono sicuri, dei rapporti diretti con i produttori sudamericani, perchè lo stesso corriere era appena tornato in Italia dopo un viaggio a Barcellona per conto dell’organizzazione. Partito da Milano in macchina, insieme ad un altro, nella città catalana avevano pagato 490mila. Fondamentali in questo caso le intercettazioni. Una parte interessante dell’indagine coinvolge le officine specializzate nel “modificare le auto” per rendere introvabile il denaro: anche i proprietari sono stati arrestati. Una delle officine si trovava ad Anzio, in provincia di Roma, l’altra a Sedriano, provincia di Milano.

La “base logistica e funzionale” era ad Arluno, nel Milanese, dove gli appartenenti al clan si sentivano “in una specie di fortezza inespugnabile”. Più precisamente in via Martiri della Libertà 15, dove l’organizzazione criminale aveva appartamenti riuniti attorno a una corte, con “ampi spazi che fungevano da luogo di stoccaggio per la cocaina”. Era lì che avvenivano gli incontri in cui si gestiva il traffico di droga e gli scambi di denaro.

Commenti

Post più popolari