RISPOSTA ALL’IRRICEVIBILE COMUNICATO DELLA PROVINCIA SULLA DISCARICA DI SEZZADIO

by Elvio bombonato
Alessandria: A proposito del Comunicato della Provincia del 25/5/2017 sulla ditta Riccoboni e la discarica di Sezzadio, vorrei fare un discorso astratto, del tutto disancorato dalla realtà, un esercizio gnoseologico, aristotelico o Kantiano, di pura teoresi, solo ragionamento.
Dunque da anni si dice che protagonista dei reati ambientali in Italia sia l'ecomafia: etichetta applicata ad  aziende che si avvalgono di metodi mafiosi per ottenere profitti illeciti. Basti pensare all’inquinamento delle falde di Anzio, alla gestione dei rifiuti di Roma e del Lazio, alla Terra dei fuochi, all’Ilva di Taranto, a Genova Cornigliano , all’Arsenale di La Spezia ecc.  Se un'azienda non mafiosa vuole intervenire nel settore smaltimento rifiuti, senza il consenso delle aziende appartenenti all'ecomafia, riceve un primo leggero avvertimento, le bruciano una scavatrice, un camion.  Qualora persista a non accodarsi, pagando magari un pizzo calcolato in percentuale sull'appalto, può arrivare una lettera al titolare riottoso del tenore. "Guarda che noi sappiamo la strada che fa tua figlia per andare a scuola".
A questo punto il titolare cede. Talvolta i latori dei messaggi vengono colti in flagrante, denunciati e immediatamente posti ai domiciliari. Le Forze dell’Ordine e la Magistratura si appellano al senso civico e invitano a rompere l'omertà.

 Ma in questo caso aveva ragione don Abbondio, ascoltando il parere di Perpetua di rivolgersi al Cardinale per segnalare le minacce ricevute affinché non celebrasse il matrimonio (ricordo che la vicenda è stata ispirata a Manzoni dalla lettura di alcune grida- leggi - del 1628: infatti il suo è un romanzo storico), replica:"Il Cardinale sta a Milano; io invece abito qui"; osservazione di una ferrea logica elementare inoppugnabile.
Ora a me sorprende la pervicacia pluriennale, reiterata fino alla sfinimento, dell'azienda Riccoboni nel voler ampliare la delicatissima discarica di Sezzadio, costruita proprio sopra le falde che forniscono l’acqua a centinaia di migliaia di abitanti fino alla Liguria. Il sindaco di Sezzadio ha paura; in effetti anche noi al suo posto avremmo difficoltà a dormire la notte. Cosa che invece apparentemente ai membri della Provincia riesce benissimo. Ma questa è un’illazione che un filosofo” loico” (logico, Dante Inf. Canto XXVII vv. 121/23) non ha il diritto di fare. Mi viene il dubbio che alla Riccoboni non interessi tanto la difesa dell'ambiente o la vita dei cittadini, quando il profitto.  Dove si ponga il confine, quando i due corni confliggano, senza possibile mediazione, non si può stabilirlo. Neanche il cardinale di Richelieu, quello dei Tre moschettieri, ci sarebbe riuscito.
La posizione della Provincia è invece chiarissima (pregio dell’ultimo suo Comunicato, che le va doverosamente riconosciuto), i cui rappresentanti sono stati eletti dai cittadini, ma si schierano di fatto con la Riccoboni. Fidatevi, c'è l'Arpa che vigila. l'Arpa è un organismo regionale, i suoi dipendenti ricevono lo stipendio dalla Regione, un caso in cui il controllato paga i controllori, tutti seri e attendibili per carità.  Sempre per pura teoresi kantiana, assodato che i tecnici dell’Arpa non mentono, supponiamo che potrebbero eventualmente e inconsapevolmente enfatizzare alcuni dati e sottovalutarne altri. Succede quando si fanno analisi continue, talora contradditorie, a spron battuto, sotto i riflettori accesi dell’opinione pubblica.
 Quanto al TAR, il logico Kantiano direbbe che usa solo il metro giuridico, quello in cui “tutte le vacche sono, hegelianamente, nere” non quello etico (“il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”) che con la difesa dell'ambiente osta, eccome che osta. Tra le carte del giuridichese e la vita sta un baratro incolmabile, prima di tutto linguistico, poi sociale, politico in senso ampio.  Almeno così potrebbe apparire al teoretico Kantiano da me rivissuto in sogno.
Elvio bombonato





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