Sparare sulla Croce Rossa di Massimo Gramellini

Sparare sulla Croce Rossa di Massimo Gramellini
Nei pressi di Torino c’è un’ambulanza con un paziente grave a bordo che per evitare l’ingorgo imbocca a sirene spiegate una strada contromano. Ma ecco che due Batman di borgata le si parano davanti come a un posto di blocco, intimandole l’alt. Il codice della strada è uguale per tutti. Uno vale uno. E per addolcire il rigore dei nuovi giacobini non basta che quell’uno abbia un camice bianco, una croce rossa dipinta sulla fiancata e un malato rantolante a bordo. Nel nuovo mondo della rabbia che rende ottusi, l’Autorità e l’Istituzione sono per definizione inaffidabili. Favorisca la patente, chiedono all’autista dell’ambulanza i due poliziotti improvvisati, uno dei quali è un tassista e probabilmente vive la strada come un sopruso continuo da cui riscattarsi. Pur di non perdere altro tempo, l’autista innesta la retromarcia e si rimette in fondo all’ingorgo: arriverà in ritardo e il malato si salverà solo per il rotto della cuffia. Ma i due giustizieri issano su Facebook lo scalpo fotografico dell’ambulanza in ritirata, commentando euforici: «Vergogna, vergogna!».
Sembra un selfie dell’Italia 2017. Un malato grave, a bordo di un’ambulanza che cerca di destreggiarsi nel traffico, rischia di crepare per eccesso di zelo da parte di chi, sentendosi dalla parte giusta della strada, si irrigidisce nel rispetto presunto delle regole. Senza capire che la sua testa prevenuta è un cimitero di astrazioni, mentre dentro l’ambulanza c’è quel che rimane della vita. Anche della sua.

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