Corea del Nord, l'ipotesi dell'intelligence dietro ai flop dei test missilistici

Il secondo esperimento consecutivo fallito da Pyongyang alimenta le ditrologie: qualcuno tra Cina e Usa potrebbe aver avuto un ruolo. Ma potrebbero anche essere stati entrambi
NEW YORK – E’ già il secondo test consucutivo di un missile nordcoreano che fallisce. Proprio quando fa comodo a molti che fallisca: Washington e Pechino in primis. E allora si capisce che questo rilanci le dietrologie. Qualcuno li fa fallire? E’ già stata evocata in precedenza l’ipotesi di un sabotaggio elettronico, forse a distanza. E’ un’operazione che potrebbe far capo all’intelligence militare cinese, o a quella americana o infine (ipotesi ancora più avvincente) a tutt’e due. Quest’ultima è decisamente la più improbabile perché non c’è fra le due intelligence il livello di affinità politica che caratteriizza, ad esempio, americani e israeliani (protagonisti di un celebre sabotaggio elettronico del programma nucleare iraniano).Il flop del missile nordcoreano ha concluso una giornata dove il centro dell’azione era stato qui a New York, al Palazzo di Vetro. “L’intera comunità mondiale deve aumentare drasticamente le sue pressioni sulla Corea del Nord, altrimenti si va verso una catastrofe. E l’America è pronta a intervenire militarmente se necessario”. Lo ha detto venerdì il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, alle Nazioni Unite. Il capo della diplomazia Usa si è allineato con l’avvertimento che il suo presidente aveva lanciato la sera prima in un’intervista all’agenzia Reuters. “C’è una possibilità – aveva detto Donald Trump – che finiamo in una grande, grande guerra con la Corea del Nord. Assolutamente”. Continua a leggere…

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