Considerazioni sulle Primarie del PD, by Giovanni Tufano

Alessandria: Il quasi prosciugamento delle tessere del maggiore partito nazionale, il P.D. si è drammaticamente tramutato in P.D.R. (partito democratico di Renzi).
Della filosofia politica per cui era nato, neppure più l’ombra, la collocazione nel centro sinistra guardando agli interessi nazionali della gente, programmando politiche in favore dello sviluppo, agli interessi dei lavoratori, delle imprese produttive, all’ecologia, al territorio, all’arte e soprattutto ai giovani, dando a loro speranze e prospettive.
La svolta data da M. Renzi ha disatteso ogni aspettativa, distruggendo il partito indirizzandolo in senso contrario ai progetti iniziali, da tutto ciò tutte le sconfitte politiche e referendarie, costringendo molti autorevoli rappresentanti a una scissione dolorosa. 
Dopo i disastri del suo governo, ora vorrebbe tornare a fare il segretario, alimentando ogni tipo di tensione, dopo aver detto pubblicamente l’ennesima menzogna, che in caso di sconfitta del referendum avrebbe smesso di fare politica( sai che tragedia),  insieme alla sempre sorridente ( cosa avrà da ridere è un mistero) Maria Elena Boschi e corte, questo proprio non capisce quando è il momento di togliersi dai piedi.
Vedrò di fare una breve analisi dei risultati dei tesserati, ridotti a un numero da stadio di calcio, Renzi pare che abbia conquistato la maggioranza, con il 62/68% circa, mentre Andrea Orlando si è aggiudicato il 25/30 %, per concludere Michele Emiliano dovrebbe essere tra il  7/8%.

Questi dati non valgono nulla, perche ai circoli si sono presentati solo 58% dei tesserati, mentre molti non sono neppure andati a votare, chiedetevi perché??
Al 30 di Aprile si svolgeranno le votazioni aperte a tutti e in proposito voglio esprimere un mio pensiero, non dopo avere stigmatizzato il profilo dei candidati in campo.
Michele Emiliano: magistrato in aspettativa, prestato alla politica, eletto sindaco di Bari poi presidente della regione Puglia con il 47,17% dei voti, in data 31/05/2015.

Andrea Orlando: ministro della giustizia, nato a La Spezia il 08/02/1669, da sempre in politica, da giovane  esponente del P.C.I. ha seguito tutta l’evolversi della sinistra Italiana di governo. Persona capace,  gradevole, equilibrata e di buon senso.

Matteo Renzi: ex presidente del consiglio, ex ultimo segretario del P.D., nato in provincia di Firenze al 11/01/1975, ex presidente della provincia di Firenze dal 2004 al 2009, ex sindaco di Firenze dal 2009 al 2014, insomma non ha fatto altro che politica. Nel partito democratico dopo aver perso nettamente le precedenti primarie con Bersani, a causa di eventi incredibili, è riuscito ad arrivare dove la volontà popolare , vedi elettori di centro sinistra, avevano detto chiaramente che la sua politica non era di loro gradimento.
In una intervista si definisce, cattivo, vendicativo, presuntuoso e arrogante, come non essere d’accordo con lui!!, a mio giudizio mancano due sue caratteristiche fondamentali, incapace e bugiardo.
Personalmente mi chiedo come gli elettori di centro sinistra possano votarlo, forse potrà contare sul voto degli elettori che appartengo all’area di destra, ex Berlusconiani, o esiste qualcosa di interpretabile che non funziona e lascia sconcertati.


Personalmente alle precedenti votazioni votai per Bersani, poi abbiamo visto cosa è successo, pur vincendo le elezioni, per una legge elettorale incredibile, non fu possibile formare un governo, nel rispetto della volontà del paese. La mia modesta opinione è che il candidato, che può riunire il centro sinistra è Andrea Orlando, persona ragionevole, equilibrata di sinistra, anche se ha fatto parte del governo Renzi, ma è uno dei ministri più apprezzati per competenza e equilibrio.
Se vincerà Renzi, come i sondaggi profetizzano, ultimamente i sondaggi dicono poco o niente, ci sarà una ulteriore scissione e il nuovo movimento di Bersani/Speranza, se riuscirà riunire tutta la sinistra, ovvero il Articolo Uno, Movimento Democratico e Progressista potrà avere la maggioranza e il P.D. di Renzi sparirà, come merita.
Giovanni Tufano







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