“Le figlie minorenni assunte in Parlamento”, si dimette il ministro dell’Interno francese

Dopo il “Penelope gate” che ha travolto Fillon, nella bufera finisce Bruno Le Roux. Il socialista Matthias Fekl prende il suo posto
Bruno Le Roux
Pubblicato il 21/03/2017
Ultima modifica il 21/03/2017 alle ore 18:46
PAOLO LEVI PARIGI
Travolto in meno di 24 ore. Il ministro francese dell’Interno, Bruno Le Roux, si è dimesso dal governo socialista del presidente Francois Hollande, in seguito alle imbarazzanti rivelazioni sull’assunzione delle due figlie minorenni come collaboratrici in Parlamento. Prende il suo posto il socialista Matthias Fekl: è quanto annunciano le autorità francesi.   
«Non voglio in alcun modo che questo caso possa danneggiare il governo - ha detto in una dichiarazione solenne alla stampa - le mie responsabilità in materia di lotta al terrorismo, criminalità, gestione dei flussi migratori non permettono di prestare il fianco a nessuno. Per questo ho rimesso le mie dimissioni al presidente della Repubblica». 
Nel primo pomeriggio, la procura finanziaria di Parigi, la stessa che indaga sul caso di Francois Fillon - il candidato della Destra indagato per i presunti impieghi fittizi a moglie e figli all’Assemblée Nationale - aveva annunciato l’apertura di un’indagine preliminare contro il fedelissimo di Hollande ex capogruppo dei socialisti in parlamento. Più volte, il capo dello Stato - che oggi lo aveva ricevuto alle 14:30 - ha insistito sulla necessaria «esemplarità» dei politici. «Quando si è legati all’autorità dello Stato, bisogna essere impeccabili», gli ha fatto eco il premier, Bernard Cazeneuve, che aveva convocato il ministro poco prima.
Da Bruxelles, è intervenuto anche il candidato socialista alle presidenziali del 23 aprile e del 7 maggio, Benoit Hamon. Le Roux? «Dimettersi sarebbe più prudente», ha detto commentando questo ennesimo colpo di scena, a meno di 40 giorni dal voto del 23 aprile.

Tra gli inviti a lasciare, anche quello di Damien Abad, portavoce di Francois Fillon. «La coerenza e la logica - ha affermato suscitando scalpore - imporrebbero al signor Le Roux di dimettersi». «Da che pulpito...», commentano sui social. Ma per Abad, il caso in cui è affondato il socialista non è affatto lo stesso di quello che riguarda il candidato azzoppato dei Républicains. «Le figlie di Le Roux - ha spiegato ai microfoni di Europe 1 - erano minorenni», non i famigliari di Fillon. Abad ha infine auspicato che questi fatti a ripetizione «non inquinino la campagna presidenziale».  

Il caso Le Roux nasce ieri sera. Le “Quotidien”, trasmissione seguitissima della tv francese, rivela che il ministro dell’Interno ha impiegato come sue assistenti parlamentari le figlie di 15 e 16 anni. Le due ragazze avrebbero cominciato a lavorare per il padre all’Assemblea quando erano ancora al liceo con contratti a termine durante le vacanze scolastiche, come ha confermato lui stesso. In particolare, in due periodi le figlie avrebbero occupato un posto di assistente parlamentare una mentre frequentava un corso preparatorio per l’università, l’altra mentre faceva uno stage in Belgio. Anche oggi lui ha spiegato che si trattava di «lavori estivi», utili per il curriculum. Ha ribadito la sua «onestà» e ha detto che si trattava anche di un «modo per stare insieme», vista la sua agenda molto fitta. Secondo il “Quotidien”, le due ragazze hanno accumulato rispettivamente 14 e 10 contratti, per una somma totale di 55.000 euro. 

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