UPO: Progetto “HORIZON 2020”



L’UNIVERSITÀ DEL PIEMONTE ORIENTALE CAPOFILA DI UN PROGETTO “HORIZON 2020” DA 5 MILIONI DI EURO
Sei stati europei e otto partner internazionali; “Multi2Hycat” vede in prima fila

UPO e l’azienda CAGE Chemicals.
L’Europa premia l’Italia e in particolare l‘UPO; nell’ambito del programma europeo “Horizon 2020”, il Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione, il progetto internazionale “Multi2Hycat” ha ottenuto un finanziamento di 5 milioni di Euro; di questi 1,4 milioni sono proprio destinati al territorio del Piemonte Orientale.
Coordinato dal professor Leonardo Marchese – Direttore del Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica di Alessandria – il progetto “Multi2Hycat”, è stato presentato oggi, giovedì 26 gennaio, nel corso di una conferenza stampa presso il DiSIT, cui è seguito l’incontro tra i partner per dare il via ufficiale al progetto.
“Multi2Hycat” (“MULTI-site organic-inorganic HYbrid CATalysts for MULTI-step chemical processes”), uno dei pochi progetti di “Horizon 2020” coordinati da Università italiane, svilupperà materiali innovativi ibridi multifunzionali per la produzione di composti chimici e di farmaci seguendo tre punti fondamentali: sostenibilità, rispetto dell’ambiente e abbattimento dei costi di produzione, con evidenti ricadute economiche e sociali.
Si tratta di un progetto in linea con le politiche dell‘Unione Europea in termini di competitività e sostenibilità energetica e ambientale, che affronta 3 tra le più importanti sfide scientifiche e sociali del prossimo secolo.

«L’idea del progetto – ha spiegato il professor Marchese – nasce dall’osservazione della natura, in particolare prende come riferimento il comportamento degli enzimi, catalizzatori naturali, che sono in grado di portare a termine processi chimici complessi altamente selettivi e specifici negli organismi viventi garantendo la sopravvivenza della specie. Partendo da questo spunto, lo scopo di “Multi2Hycat” è lo sviluppo di materiali innovativi ibridi multifunzionali, cioè materiali costituiti da una parte organica e una inorganica. La loro missione è migliorare e rendere più sostenibili, meno inquinanti e più sicuri, alcuni processi industriali per la produzione di composti chimici e di farmaci. Attuare processi alternativi a quelli attualmente in uso nell’industria, che permettano di abbassare i costi e l’inquinamento da sottoprodotti e solventi da smaltire, nonché di ridurre i consumi energetici grazie all’utilizzo di nuove vie di sintesi dei prodotti chimici, è l’obiettivo finale. Infatti, i materiali innovativi sviluppati nel corso del progetto saranno in grado di portare a termine processi catalitici multi-steps con alte conversioni e selettività verso i prodotti desiderati: in altre parole, questi materiali saranno in grado di produrre composti chimici e farmaci con ridotti costi economici e ambientali».
Il professor Marchese coordinerà un team di ricerca internazionale costituito da università e aziende con una chiara vocazione di ricerca e un profilo altamente innovativo. Oltre all’UPO fanno parte del gruppo l’Università di Southampton (UK), il Centre National de la Recherche Scientifique (Francia) e l’Instituto de Tecnología Química (UPV-CSIC) del Consejo Superior de Investigaciones Científicas (Spagna). I partner industriali sono aziende di riconosciuta proiezione mondiale: Solvay (Belgio), Almirall S.A. (Spagna), PNO Consultants Gmbh (Germania) e Cage Chemicals Srl (Italia), uno spin-off dell’UPO.
Il numero totale di ricercatori coinvolti nel progetto sarà di circa 50, in 8 laboratori europei; ad Alessandria, sede del DISIT, saranno oltre 10 i ricercatori impegnati nella ricerca.

Il prossimo appuntamento sarà tra 6 mesi per le prime verifiche e i successivi step del progetto, diviso in 9 fasi lungo i 4 prossimi anni.

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