"IL GRANDE SOGNO DI LUANA ", Loredana Mariniello con Maria Irde.


Racconto a quattro mani scritto con la mia splendida e bravissima compagna di scrittura Maria Irde per il gruppo L'anima in volo di Maria Carmela Dettori
"IL GRANDE SOGNO DI LUANA "
" Il mio sogno più grande è danzare, in aria, leggera come una piuma, volteggiare con ali d'angelo e nel cielo librare, l'immenso infinito con un dito toccare !"
Così scriveva la piccola Luana su facebook, in quello che considerava una sorta di diario virtuale, attraverso il quale condivideva gioie e dolori del vivere quotidiano.
Quel giorno in modo particolare, c'era un'emozione da conservare nell'albo della memoria.
Finalmente, dopo anni di estenuanti allenamenti atletici e dura preparazione, era arrivato il momento di esibirsi.
Sarebbe stata la prima ballerina nel saggio di fine anno della prestigiosa accademia di danza " Patty Schisa" di Sorrento.
La direttrice della scuola quell'anno, aveva deciso di dedicare lo spettacolo alla celebre opera del " Lago dei cigni ".
L'adrenalina attraversava ogni muscolo del suo esile corpo, avrebbe dato il meglio di sè, con anima e cuore, e alla fine l'intero pubblico si sarebbe inchinato ai delicati piedi di quel grazioso e triste cigno.
Triste, perchè spesso la vita si presenta come un intricato labirinto, un elaborato origami di cui non si comprende la trama, ma la ragazzina, appena quindicenne, ne conosceva bene la tragicità.
Circa due mesi prima, durante le prove, la piccola étoile era di colpo caduta, senza un'apparente ragione ed inerme, non aveva avuto la forza di rialzarsi. La cosa era subito apparsa grave ai medici che avevano predisposto il ricovero in ospedale per accertamenti in merito, in seguito il responso risuonò duro e spietato : grave forma di leucemia fulminante.
Un sogno può infrangersi come una spumeggiante onda contro lo scoglio impervio di una realtà insopportabile.
Come avrebbe potuto Luana così giovane, accettare quella verità, arrendersi al tempo di una breve scadenza senza avere la possibilità di realizzare i propri sogni ?
Ah, le mani del destino che riducono l'esistenza di un uomo in una minuscola foglia che un flebile soffio di vento può strappare al proprio albero e portar via lontano !
Luana, in fondo, cos'era ? Un sottilissimo velo di organza che qualsiasi evento avrebbe potuto strappare.
All'apparenza preziosa e brillante come un diamante, ma splendida e fragile come un cristallo, un tenero bocciolo di rosa privo dello sboccio futuro.
Luana voleva vivere, gioire e danzare e contro il parere degli specialisti, continuò ad allenarsi, spiegando ai suoi genitori :
" Mamma, papà, non tarpatemi le ali, desidero realizzare il mio sogno ! "
Ma le parole del medico furono taglienti :
" Ogni sforzo peggiora le condizioni. Vivendo tranquilla e con le cure adatte, la ragazza, può sperare di vivere altri sei mesi, forse otto, se continua ad allenarsi, il fisico sarà bruciato ! "
Moglie e marito si abbracciarono sconsolati e piansero insieme alla sfortunata bambina che risoluta così si volse loro :
" Miei cari, non impeditemi di ballare, vi prego ! Che m'importa di vivere qualche mese in più, se poi lontana dalle mie scarpette io vegeto ? Lasciatemi volteggiare, una volta sola, come falena intorno alla luce,voglio immaginare di poter essere la nuova Carla Fracci. Fatemi vivere d'amore e d'ali, non lasciatemi morire nell'anima ! "
E mentre le lacrime rigavano i volti di genitori e figlia, tra madre e padre passò uno sguardo d'intesa e decisero di accordarle il permesso, facendole promettere però che dopo il saggio avrebbe seguito scrupolosamente tutte le terapie.
Ed ora il momento era giunto. Luana era dietro le quinte con l'agitazione che le chiudeva la gola in attesa dell'accordo dell'entrée.
Entrò sulle punte, leggera, eterea con quel tutù di tulle e piume, la grazia in ogni suo gesto, l'eleganza in ogni passo.
L'emozione traspariva e si propagava nell'aria colpendo il cuore di ogni singolo spettatore, estasiato e commosso da tanta bellezza.
Ma il subdolo mostro carezzava piano la fanciulla, succhiandole avidamente le forze e poco a poco il cigno e la piccola stella si unirono, fondendosi in un tutt'uno, fino a piegare insieme le candide ali al suono dell'ultima nota, mentre la platea in delirio reclamava l'adorabile protagonista.
Solo la mamma e il papà capirono e si lanciarono sul palco, seguiti da una minuta signora vestita di bianco. 
Tutti e tre si chinarono sul niveo cigno morente ,che sorrideva e ringraziava i suoi, che abbracciandola aprirono un varco dalla quale fece capolino la signora di bianco vestita.
Sussultò la fanciulla nel riconoscere in quell'angelica signora la sua eroina e gli occhi le si empirono di estatica commozione quando questa le sussurrò :
" Oggi è nata una grande stella che nel corso dei secoli illuminerà la storia della danza, e domani la sua luce raggiungerà quella delle altre stelle che ammantano con il proprio splendore il firmamento ! "
Luana strinse le mani dell'anziana e nota ballerina venuta su disperata richiesta della madre, poi volgendo lo sguardo ai genitori, mormorò sorridendo :
" Grazie, vi voglio bene, mi avete donato il regalo più grande.... "
In lontananza risuonava l'eco dell'ambulanza. In teatro, il pubblico ancora ignaro, gettava rose sul palco e trepidante di entusiasmo, accompagnava l'ultimo volo del candido cigno con un caloroso e fragoroso applauso.


di : LOREDANA MARINIELLO E MARIA IRDE.

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