ANCHE RENZI CONVINCE GLI ELETTORI A VOTARE “NO” AL REFERENDUM.

ANCHE RENZI CONVINCE GLI ELETTORI A VOTARE  “NO”  AL REFERENDUM.
Con l'avvicinarsi del 4 dicembre, data in cui saremo chiamati a confermare o meno la proposta di riforma costituzionale così tenacemente voluta dal presidente del Consiglio Renzi, anche noi al Circolo ella Concordia stiamo approfondendo l'argomento. Alcuni dei nostri soci che all'inizio erano favorevoli alla proposta renziana per paura che il 5 dicembre ci trovassimo a gestire una crisi di governo.  Ma da quando Renzi ha detto che non si dimetterà neanche in caso di vittoria del NO, hanno cambiato idea. Trasmetto il resoconto del dibattito per eventuale pubblicazione sul suo blog.
Circolo della Concordia
Castronovo Giuseppe 

Totò: amici devo confessarvi… 
Romano: che cosa?
Totò: tutti voi sapete che da tempo avevo deciso  - e l’avevo confidato anche a voi  - che al Referendun costituzionale avrei votato un bel “SI” .
Ludovico: certo che ce lo ricordiamo….E adesso?
Totò: ho cambiato idea e voterò  un bel   “NO”.
Giacomo: come mai?
Totò: è stato lo stesso Renzi a farmi cambiare idea.
Giacomo: spiegaci cosa ti è capitato.
Totò: finora  Renzi diceva che in caso di una sua sconfitta   -  perché tale considerava e in segreto, ancor oggi,  continua a  considerare tale  la vittoria del  “NO”  -  si sarebbe dimesso.  Ma in queste ultime settimane ha cambiato idea affermando che “anche in caso di vittoria del “NO” non si dimetterà, cosicché le prossime elezioni politiche si svolgeranno nel 2018, cioè alla naturale scadenza della legislatura.

Giacomo: ebbene, spiegaci il percorso fatto per arrivare alla decisione di votare  “NO”.
Totò: avrei votato – così come del resto tanti nostri amici – un bel  “SI” al solo scopo di evitare una crisi di governo  di difficile soluzione, a prescindere quindi dal contenuto della riforma.  Un voto, quindi, per tenere in piedi il Governo Renzi.  Ma visto che la permanenza a Palazzo Chigi  di  Renzi non  dipende più dall’esito referendario dobbiamo sentirci più liberi nel voto e valutare meglio il contenuto della riforma. E poiché non mi convince in non pochi punti che ritengo fondamentali per la democraticità del nostro sistema costituzionale  voterò un bel  “NO”.
Giacomo: meglio tardi che mai. Comunque grazie Totò per averci fatto partecipi del tuo travaglio. 
Franco: Totò permettimi una domanda.
Totò: dimmi pure.
Franco: esponici qualche punto della riforma renziana che non convincendoti ti  spinge a votare  “NO”.
Totò: vi espongo questi due punti :
- la tanto decantata soppressione del Senato alla fine non c’è stata! Il Senato continuerà ad esserci ma noi non eleggeremo più i Senatori.
-La Provincia?  Non è vero che è stata soppressa; ha cambiato solamente nome (Ente di area vasta   o Area metropolitana).  Ma noi non eleggeremo né il Presidente, né i componenti dell’Assemblea. E non mi sembra roba da poco.
Giacomo: Grazie ancora Totò. Prof. Vezio che ne pensa?
Vezio: ha illustrato tutto così bene l’amico Totò per cui non è necessario che aggiunga altre riflessioni se non che  con la riforma renziana si restringe la democrazia partecipativa. Altrimenti detto quella di Renzi è una riforma che alla fine:
- non ha abolito il Senato ma ha sottratto la scheda elettorale a noi cittadini elettori;
-non ha abolito la Provincia ma ha sottratto la scheda elettorale  a noi cittadini elettori.
Ecco cosa significa restringere la democrazia partecipativa. Renzi e il suo Partito ci sono riusciti, spetta a noi cittadini bloccarli in questa loro folle avventura. E il referendum, votando come dice l’amico Totò, “un bel NO”, serve proprio a questo: a bloccare Renzi e i suoi in questa loro folle corsa tesa a restringere la democrazia partecipativa  nel nostro Paese.
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it  





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