Cinzia Montagna ha dedicato un libro alla strega che visse fra Oltrepò e Monferrato

Cinzia Montagna ha dedicato un libro alla strega che visse fra Oltrepò e Monferrato.
“Chi ha paura di Caterina?”
Domenica 30 ottobre 2016, Teatro “Carbonetti”, Broni (PV)
Domenica 30 ottobre alle ore 16 presso il Ridotto del Teatro “Caronetti” di Broni (PV) sarà presentato il libro “Chi ha paura di Caterina? Storia vera della strega di Broni, di un mulino, di una strada e di due fate” scritto da Cinzia Montagna ed edito da Primula Editore di Giorgio Macellari – Voghera.
Alla presentazione, oltre all’autrice e all’editore, interverranno Antonio Riviezzi, sindaco di Broni,  Ernesto Bongiorni, consigliere comunale con delega alla Cultura che modererà l’incontro, Roberto Maestri, presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” di Alessandria, Fabio Ungaro, giornalista, e Graziella Moroni, presidente dell’Unitre di Broni. Letture a cura di Giorgio Macellari e Mary Viscardi. Rinfresco finale con il Sangue di Giuda dell’Azienda “Fiamberti” di Canneto Pavese abbinato ai dolci della tradizione bronese del 1° e 2 novembre.
La vicenda ricostruita da Cinzia Montagna è già stata oggetto di precedenti pubblicazioni, fra cui il libro “La strega e il capitano” di Leonardo Sciascia e fa menzione di lei anche Alessandro Manzoni nei “Promessi Sposi”. Le novità di ricostruzione storica del libro di Cinzia Montagna prendono spunto dalla scoperta del documento di delibera comunale che il 28 ottobre dell’anno 1900 intitolò una strada a Caterina Medici, nata a Broni nella seconda metà del Cinquecento e arsa viva a  Milano il 4 marzo 1617.
Molti i riferimenti anche al Monferrato, dove Caterina visse per anni a Occimiano e a Casale Monferrato.
Così scrive Roberto Maestri nella Prefazione al libro:
“Monferrato e Oltrepò Pavese, territori geograficamente vicini, ma che oggi ci appaiono lontani se non per la comune vocazione vitivinicola; per il resto tutto appare diverso: economia, paesaggio, esperienze amministrative e politiche… Ma fu sempre così?
Il libro dell’amica Cinzia Montagna ci offre uno spunto interessante per ricordare come i due territori furono storicamente vicini e condivisero momenti importanti: nel X secolo i primi documenti, in cui era citato il toponimo Monferrato, furono redatti in ambito Pavese e proprio i pavesi furono i più stretti alleati dell’imperatore Federico I Barbarossa, zio del marchese di Monferrato Guglielmo V. 
Sempre dall’area dell’Oltrepò, giunsero quegli arditi soldati che, con il supporto dei balestrieri genovesi, permisero al quattordicenne Teodoro Paleologo, nuovo marchese di Monferrato - giunto dalla lontana Costantinopoli – di riconquistare il suo marchesato. Fu il monferrino Facino Cane – famoso condottiero del Quattrocento – a porre Pavia al centro del suo effimero dominio, non senza aver prima compiuto violente scorrerie nell’Oltrepò, spingendosi proprio fino a Broni.

La vicenda di Caterina Medici si sviluppa interessando Casale e Pavia (senza dimenticare quell’Occimiano in cui proprio il Barbarossa stabilì la sua corte imperiale) luoghi che hanno in comune un personaggio che fu uno dei principali colpevoli di quel clima di persecuzioni religiose che caratterizzò il passaggio tra il Cinquecento e il Seicento: Michele Ghislieri, grande inquisitore, poi papa con il nome di Pio V (ritenuto l’unico pontefice piemontese, definizione peraltro impropria poiché il luogo in cui nacque, Bosco Marengo, apparteneva al Ducato di Milano); l’oscuro clima, in cui si sviluppa la vicenda di Caterina Medici, è frutto di quel Concilio di Trento presieduto, inizialmente, dal cardinale mantovano Ercole Gonzaga – noto avversario di Pio V – proprio mentre sul ducato di Mantova e Monferrato governava la duchessa Margherita Paleologo, nata in Monferrato, a Pontestura, a pochi chilometri da Casale.
Probabilmente se Caterina fosse rimasta a Casale, non le sarebbe accaduto nulla: il Monferrato, infatti, non conobbe la violenza dei processi inquisitori e del rogo… ma è un’asserzione incerta, come quelle nebbie che accomunano il Monferrato con l’Oltrepò”.
Roberto Maestri
Presidente 
Circolo Culturale
I Marchesi del Monferrato

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