Giovani in fuga dall’Italia, poveri e pensionati alla fame

by Pier Carlo Lava
Un Governo che non si preoccupa di dare lavoro ai giovani che sono costretti ad emigrare per cercare un futuro, che non pone alcun rimedio alle diseguaglianze sociali che hanno raggiunto livelli insopportabili e ingiustificati in una società civile, con milioni di poveri e pensionati al minimo che fanno la fame, non è un Governo della gente comune ma solo di alcune fasce sociali minoritarie e più abbienti del paese, che nonostante la crisi di questi anni si sono ulteriormente arricchite, perciò non merita di essere riconfermato e questo indipendentemente dal colore politico.

Alessandria: Gli immigrati che sbarcano sulle coste della Sicilia quando partono evidentemente non sanno ancora che l’Italia non è più il bel paese anche se nella loro situazione è sempre preferibile cercare di fuggire in qualsiasi modo anche rischiando la vita, da paesi come Siria, Libia, Iraq, Nigeria, ecc., dove oltre alla fame si rischia ogni giorno la vita. 
La crisi perdurante dal 2008 è ampiamente certificata dai dati Istat che evidenziano, oltre alla disoccupazione, in particolare quella giovanile, una costante perdita del potere di acquisto negli anni di stipendi e sopratutto delle pensioni.
Questa situazione sta spingendo molti giovani italiani e non solo ad emigrare verso altri paesi nei quali sussistono maggiori possibilità di trovare lavoro, Europa, Stati Uniti ma anche Argentina, Australia, Canada, Cina e persino negli Emirati Arabi.

Secondo un report realizzato dal Centro Studi Data Giovani per Il Sole 24 Ore, sul flusso annuo degli espatriati o residenti all’estero che si sono iscritti all’AIRE dal 20111 al 2015, risulta quanto segue:
Espatriati totali, variazione 2011-2015, +46.894 + 77,3%.
2011   n° 60.635 - 2012   n° 78.941 - 2013   n° 93.868 - 2014   n° 101.244 - 2015   n° 107.529.
Espatriati dai 20 ai 29 anni, variazione 2011-2015, + 10.918 + 94,4%.
All’analisi di Data Giovani sfuggono, perchè non censiti, tutti i giovani che si trasferiscono all’estero per meno di un anno, oltre a quelli che non aderiscono all’obbligo di iscrizione all’AIRE.
I paesi top di destinazione dei giovani fra i 20 e i 29 anni, risultano essere i seguenti:
Regno Unito, Germania, Svizzera, Brasile, USA, Argentina, Spagna, Australia e Belgio.


I residenti all’estero sono oltre 200.000.
Questi i dati degli iscritti all’AIRE dai 20 ai 29 anni nei principali paesi di destinazione, al 31 dicembre 2015, con le variazioni percentuali rispetto al 2014:
Germania 62.332 +1,7 - Svizzera 37.116 +1,3 - Argentina 20.915 -1,9 - Regno Unito 20.733 +11.8 - Francia 18.266 +3,3 - Belgio 12.820 -0,8 - Brasile 9.555 +4,4 - USA 9513 +3,3 - Spagna 6.543 +2,1 - Australia 5.090 + 5,0 - Austria 240 +16,7 - Irlanda 1.159 +17,7.

Le aree del nostro paese dalle quali partono il maggiore numero di giovani italiani in cerca di un futuro migliore sono: il Nord Italia (Lombardia e Veneto) ma la maggior Regione per flussi assoluti è la Sicilia e al quarto posto la Campania. Le partenze prevalenti dal Nord Italia sono verso il Regno Unito mentre dal Sud sono verso la Germania.
Alla luce dei dati sopra indicati emerge ulteriormente che l’Italia non è più un paese per giovani e purtroppo nemmeno per anziani dato che milioni di  italiani hanno pensioni da fame.
In questo contesto fa da contrasto il fatto che in questi anni di crisi il 10% degli italiani che detengono oltre il 50% della ricchezza del paese hanno ulteriormente visto crescere il loro patrimonio.

Una diseguaglianza mai così elevata negli ultimi decenni fra le classi sociali, alla quale pare che nessun Governo, indipendentemente dal colore politico abbia mai saputo o voluto porre nemmeno un minimo rimedio.

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