Città off limits, una app abbatte le barriere e fa intervenire il comune

L’applicazione realizzata dall’Associazione Coscioni consente a chi ha una disabilità di segnalare e documentare gli ostacoli che s’incontrano in città e ricevere aiuto per la loro rimozione come prevedono le norme in vigore
di Maria Giovanna Faiella
Marciapiedi inaccessibili, alti e privi di scivolo, buche e sampietrini sconnessi, tombini quasi staccati dal manto stradale. Per chi è a bordo di una carrozzina muoversi in città è spesso un percorso a ostacoli. Grazie all’app “No-Barriere” realizzata dall’associazione “Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica”, le persone con disabilità potranno segnalare in tempo reale attraverso il proprio telefonino le barriere architettoniche che incontrano e chiedere la loro rimozione.

Come funziona
Dopo aver scaricato e installato l’app sul proprio dispositivo, una volta aperta l’applicazione si descrive in breve la barriera che ostacola il percorso, s’inserisce la foto che può essere scattata in tempo reale con lo smartphone, s’invia la mail al Comune di residenza che dovrà provvedere a rimuoverla. Se non lo farà entro trenta giorni dalla segnalazione, l’Associazione Luca Coscioni fornirà un supporto anche legale perché siano rispettate le norme in vigore che garantiscono a chi ha una disabilità il diritto alla mobilità e a non essere discriminato.
Percorso a ostacoli
A testimoniare l’odissea che affronta ogni giorno chi si muove a bordo di una carrozzina è bastato lo slalom organizzato a Roma come dimostrazione “dal vivo” di un “percorso a ostacoli”: quello da Piazza Colonna a Piazza Madama. Per presentare la app Gustavo, Marco e Mara si sono mossi lungo le strade: il marciapiede stretto li ha costretti a transitare sul ciglio della carreggiata tra auto e moto che sfrecciano, i gradini alti hanno impedito loro di salire sul marciapiede nonostante lo sforzo del motore della carrozzina e alla fine sono servite diverse braccia per “caricarvi” sopra carrozzine e i loro passeggeri. Altro che autonomia.
Diritto a una vita indipendente
«Le barriere architettoniche rendono la vita meno libera, costringendo di fatto le persone con disabilità permanente o anche temporanea a non uscire di casa – ribadisce l’avvocato Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni – . Per superare le discriminazioni si può agire con diffide o tramite le vie legali, già in passato, in seguito a queste azioni, alcune barriere architettoniche segnalate dai cittadini sono state rimosse».
Peba ancora disattesi
I Peba, Piani di eliminazione delle barriere architettoniche, sono previsti dal 1992. «La maggior parte dei Comuni non li ancora adottati e risulta inaccessibile a chi ha una disabilità, sia motoria che sensoriale – denuncia Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – . Certo, la rimozione delle barriere ha un costo, ma può essere recuperato nel medio termine consentendo la libera circolazione di migliaia di persone con disabilità cui ancora oggi viene negato il diritto a muoversi autonomamente per andare a scuola, al lavoro, in uffici pubblici. Ci auguriamo che le segnalazioni dei cittadini possano sensibilizzare gli amministratori ma – conclude Cappato – serve anche un piano di investimenti a livello nazionale per aiutare i Comuni a rispettare i Piani Peba». Per avere città davvero a misura di tutti.




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