Sentenza Solvay, la posizione di Medicina democratica, sezione di Alessandria

Sentenza Solvay, la posizione di Medicina democratica, sezione di Alessandria
Letta la posizione ufficiale di Medicina Democratica Onlus nella persona del suo presidente Piergiorgio Duca. Di seguito, la posizione ufficiale di Medicina Democratica Sezione provinciale di Alessandria nella persona della responsabile Barbara Tartaglione.
La posizione della Sezione dovrebbe, avrebbe dovuto, essere la determinante in quanto è la Sezione, non altri, che sul territorio per 40 anni, pagando salati prezzi personali, ha condotto le lotte denunciando ripetutamente gli inquinamenti e le vittime degli inquinamenti, a cominciare dall’avvelenamento doloso delle falde, e proponendo invano agli Enti locali gli strumenti per contrastarli ed eliminarli, tramite l’Osservatorio ambientale della Fraschetta. L’approdo del processo in Corte di Assise non è stato altro che un risultato delle lotte della Sezione di Alessandria, non di altri. Perciò la Sezione ritiene di essere l’unica ad avere legittimo titolo storico a pronunciarsi sul merito della sciagurata sentenza di primo grado (in allegato l’analisi) e sull’appello. Non ha purtroppo la Sezione titolo giuridico per impugnare la sentenza, il quale compete al presidente che invece non farà opposizione. Lino Balza, in quanto parte lesa, ha titolo di esercitare il ricorso, e infatti lo farà, revocando il mandato all’avv. Laura Mara. Ad Alessandria, e non solo, Lino Balza è pur sempre l’identificazione quarantennale di Medicina democratica e tale resterà: temo però che non sarà sufficiente a salvaguardare l’immagine e la prospettiva dell’Associazione.

Per comprendere la divaricazione fra Presidenza e Sezione, vediamo ancora una volta le tappe del processo Ausimont/Solvay relativo allo stabilimento di Spinetta Marengo.
Il Pubblico Ministero, nell’incriminare gli 8 imputati per il disastro ecologico di Spinetta Marengo, uno dei più eclatanti d’Italia, sulla scia di Guariniello formula nel capo di imputazione il reato di dolo, art. 439, avvelenamento doloso della falda e l’omessa bonifica. Il PM chiede complessivi 127 anni di reclusione.
A sua volta, l’avv. Mara, tanto nella costituzione in giudizio quanto nella requisitoria in udienza, a sostenere il capo di imputazione del PM è la più efficace fra tutti gli avvocati (rendo omaggio a Luigi Mara, malgrado la “sbavatura” con la testimonianza di Lino Balza).
Di conseguenza, l’avv. Mara, per la ventina di persone parti civili rappresentate da Medicina democratica, chiede complessivamente 2.848.450 euro di risarcimenti per i danni biologico, morale, patrimoniale, esistenziale.
Poi cosa succede? La presidente della Corte di Assise e l’avvocato di Medicina democratica restano folgorate dalle difese di Solvay e Ausimont, d’altronde tutti avvocatoni di gran fama? Cos’altro?La Corte emette una sentenza di assoluzione, ”non commesso il fatto ”, per gli amministratori che si erano nascosti dietro il solito dito della delega ai subalterni (ci provano tutti, anche De Benedetti per il processo Olivetti, ma il Tribunale di Ivrea l’ha appena mandato a stendere). Quattro secondari capri espiatori se la cavano con il reato di disastro ambientale innominato, che non si nega a nessuno neanche a chi inquina una piscina, dunque condanna per colpa invece del dolo, 2 anni e 6 mesi, 10 anni complessivi, sconto del 92%, e in prescrizione.
Omessa bonifica: “il fatto non sussiste”. Neanche una lira di risarcimenti ambientali (il Ministero dell’Ambiente aveva chiesto un anticipo di 100 milioni di provvisionale), sconto del 100%.
Nessun risarcimento alle nostre persone parti civili, ad eccezione di 6 che “beneficiano” di 10.000 euro per “patema d’animo” (lo spavento per un avvelenamento inesistente), 60.000 complessivi, sconto del 98%.
Una sentenza “pessima” secondo Luigi Mara, “scandalosa” ha aggiunto la Sezione.
Alla lettura della sentenza, l’avv. Mara dichiara alla stampa che è “soddisfacente”.
Soddisfacente in quanto, derubricando il reato di dolo, “il reato colposo di disastro ambientale innominato è un aspetto positivo in termini di giustizia” (mail del 7 luglio 2016). “La bonifica non può essere pretesa dal Tribunale (mail 11 luglio). Per quanto riguarda i risarcimenti di 10.000 euro alle 6 persone fisiche parti civili, “la decisione della Corte di risarcire in via equitativa anche le persone fisiche, con i criteri ivi indicati, è sicuramente positiva” (mail del 13 luglio), Una pietra sopra amen per quanto riguarda le altre parti civili persone fisiche che non hanno preso neanche quel contentino: “ritengo che la Corte abbia utilizzato criteri equilibrati” (mail del 14 luglio) e infatti (mail del 13 luglio) “chiederemo la conferma di quella parte della sentenza che ha stabilito i risarcimenti a favore delle parti civili, ivi compresa Medicina democratica” (e avvocato); pertanto “è da escludere un appello di Medicina democratica per gli interessi civili”; “credo fermamente che non si debba tanto andare a guardare l’importo rifuso ai singoli, ma quanto piuttosto il principio di diritto”. Insomma lo sconto del 98% sui danni biologico/morale/patrimoniale/ esistenziale sarebbe compensato dal successo del principio, che poi il principio... sarebbe il danno per patema d’animo (quando si dice: avere saldi principi).
Quanto sopra ha deciso l’avv. Mara, senza interpellare la Sezione di Alessandria e il Direttivo.
Le abbiamo chiesto fino all’ultimo giorno utile 21 luglio: cambia posizione, sei ancora in tempo, guarda che gli altri avvocati di parte civile si appellano per le loro persone fisiche, telefona almeno al Pubblico Ministero che impugna risolutamente pro dolo/art.439, se proprio non vuoi tener conto di quello che pensiamo noi che abbiamo seguito il processo più di te o dell’analisi del magistrato nostro consulente. Possibile che tutti noi siamo un branco di deficienti e che tu stai sopra tutti, solo perché hai carta bianca dal presidente. Risposta irrevocabile: “Egregio Lino Balza, alcun cambiamento di rotta da parte della sottoscritta”. Nella mail del 14 luglio l’avv. Mara spiega le giuste ragioni della sentenza di primo grado, il “tallone d’Achille” del povero PM, i “criteri equilibrati utilizzati dalla Corte che ha risarcito le Parti Civili persone fisiche sulla base del metus sofferto, liquidando una somma in via equitativa”. In effetti nessun cambiamento di rotta rispetto alle mail 24 giugno, 7 e 11 e 13 luglio: “Non appelliamo una sentenza che riteniamo non migliorabile”.
Della decisione, presa senza interpellare né la Sezione né il Direttivo malgrado 45 giorni di tempo (225 giorni se consideriamo che il Dispositivo è stato emesso il 14 dicembre 2015) e confermata irrevocabile, sono altrettanto state tagliate fuori le nostre persone fisiche parti civili: non solo non sono state interpellate per competenza ma neppure informate a posteriori per educazione. Nella mail del 14 luglio
l’avv. Mara afferma: “tutte le persone fisiche da me rappresentate sono state contattate direttamente da Sonny Alessandrini (Carneade, chi era costui) e alle stesse è stato ben spiegato il criterio adottato dalla Corte di Assise. Chi ha avuto dei dubbi mi ha chiamata in studio e ne abbiamo parlato, chiarendo le diverse problematiche”. Ma le bugie hanno le gambe corte: ha fatto una pessima figura Medicina democratica quando in Conferenza stampa abbiamo ascoltato le loro smentite.
C’è da aggiungere l’inganno. Le poche persone “contattate” sono state terrorizzate dall’ emissario dell’avv. Mara: Medicina democratica non impugna per VOI la sentenza, se VOI impugnate la sentenza VOI rischiate personalmente di pagare gli avvocati di Solvay, intendendosi le parcelle. D’altronde era stato agitato per 45 giorni anche nei confronti dei Soci questo falso spauracchio: “vi è da rimarcare anche il discorso (alquanto pesante) che in caso (molto probabile) di rigetto dell’eventuale appello proposto da MD, l’Associazione si troverebbe a dover rifondere le spese legali processuali agli avvocati della Solvay”. Insomma il rischio spropositato di un tracollo finanziario: “pesanti effetti pecuniari in caso di fallimento del ricorso. Rischio nella storia giudiziaria prossimo a zero. Medicina democratica invece non avrebbe rischiato un bel nulla, neppure il profitto di 25.000 euro, e probabilmente neppure quello del suo avvocato. Medicina democratica, ricordiamocelo, è no profit, lo era ab origine prima ancora di essere riconosciuta Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale. Resta il fatto che la Sezione di Alessandria, come tutte le Sezioni, non conta niente nell’organizzazione tutta apicale di Medicina democratica.
Barbara Tartaglione 

Responsabile della Sezione provinciale di Alessandria.

Commenti

Post più popolari