La corazzata Potëmkin arriva ad Alessandria
Il Pd dà sempre soddisfazione. A livello nazionale è
uno spettacolo. A livello comunale, come Torino insegna, si è superato con la
vittoria del M5S. E ad Alessandria si sta preparando a fare altrettanto, come
ha ben messo in luce l’assemblea del partito alessandrino. Il licenziamento in
tronco del segretario cittadino, Massimo Brina, è avvenuto perché ha osato
proporre una linea politica che si riassume con le parole usate dal comunicato
ufficiale del partito. Brina si è infatti espresso per “porre al centro
dell’iniziativa due strumenti (il sondaggio e le eventuali primarie) per
verificare il consenso generale e quello delle singole azioni amministrative
svolte sin qua”. Invece ha vinto la posizione della maggioranza che, citiamo
sempre dalla nota, richiama “con forza il partito come comunità politica che
sia da stimolo e da sostegno all’Amministrazione di centro sinistra (impegnata
in questi anni ad affrontare una situazione economica e sociale senza
precedenti) tramite azioni di ascolto e relazione continua sul territorio, per
fare da recettore di istanze e sofferenze e portatore di azioni politiche nei
confronti dell’amministrazione e del gruppo consiliare; che ritiene sia il sondaggio che le primarie
strumenti utili e che, soprattutto, emerga la necessità di un partito che sia
guida della nostra azione politica”.
La posizione della parte del partito
schiacciato a sostegno del sindaco Rita Rossa è in perfetto stile soviet:
nessun dubbio, tutte certezze e avanti nel nome del socialismo reale. Quello
che colpisce è sempre la partecipazione di massa. Su 53 membri dell’assemblea
cittadina, la partecipazione reale è riassunta dal voto finale sul documento
che ha mandato a casa Brina: approvato dal voto favorevole di 16 membri, 2
astenuti e 2 contrari. Ma forse questi numeri rappresentano, naturalmente in
rapporto, il reale peso del Pd all’interno della società. Marginale e astratto
dal mondo.Rita Rossa sarà contenta. Il papabile alla segreteria è Daniele
Coloris, bravo e tranquillo. Uno dei potenziali concorrenti, sempre Brina, è
stato liquidato (ma se faranno mai le primarie e l’ormai ex segretario si
presentasse, cosa succederebbe mai?) e quel che resta del partito ora lo
controlla lei. Forse. Perché c’è qualcuno che dice che la prima cittadina sia
in realtà preoccupatissima (se decide di ricandidarsi) della sfida elettorale
con il Movimento 5 Stelle che anche ad Alessandria potrebbe sbancare, complice
magari il fuoco amico di una parte del Pd che, come avvenne con la sfida Mara
Scagni – Piercarlo Fabbio, è capace di usare le munizioni per sparare contro un
esponente di partito poco amato e altrettanto poco gradito dai cittadini.In
attesa di un Pd in cerca di autore, ecco il centrodestra che raccoglie pezzi
vari e, dopo avere scoperto che le elezioni comunali del 2017 riguardano anche
questa area politica, riunisce le segreterie provinciali e cittadine di
Alessandria di Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Udc per ribadire
“la comune volontà di elaborare un programma di crescita realistico, basato
sulle esigenze della città e che vorrà contare sul confronto con i cittadini,
idoneo a ridare ad Alessandria il ruolo di polo di sviluppo socio-economico che
certamente può svolgere. A tal fine verranno quindi adottate tutte le
iniziative necessarie aprendosi all’apporto delle forze civiche e agendo sul
confronto e la collaborazione con le forze di rappresentanza sociale e di
categoria che condividono questo obiettivo”. Tutti paiono intenzionati a
individuare un candidato sindaco unico (Antonio Maconi? Lui tende a smarcarsi
quando si formula la domanda, ma intanto non smette di fare incontri) che vada
bene a tutti. E sempre che, anche qui, il fuoco amico non alzi troppo il
tiro.Il M5S appare molto indeciso, per ora, fra le aspirazioni dei consiglieri
comunali uscenti e qualche simpatizzante che non disdegnerebbe di entrare in
campo.Non ci dimentichiamo di altri candidati a sindaco già ufficializzati,
come il battagliero Vincenzo Costantino e qualche altro nome che sicuramente
verrà fuori nei prossimi mesi.Per ora è comunque in campo la mitica corazzata
Potëmkin del Partito democratico alessandrino. Quanto sia capace di tenere il
burrascoso mare della politica e del consenso popolare, il capoluogo lo
scoprirà solo vivendo.
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