Smog Italia: 25 mila morti per inquinamento ogni anno

L’inquinamento atmosferico continua ad essere responsabile di oltre 430.000 morti premature in Europa, di cui quasi 85 mila nella sola Italia, dato dell’Agenzia europea per l’ambiente riferito al solo 2012.
Secondo il report del dipartimento epidemiologia inseriti nel progetto Viias, valutazione integrata dell’impatto dell’inquinamento sull’ambiente e sulla salute, sono 25 mila le persone che si potrebbero salvare ogni anno in Italia se si rispettassero i limiti delle emissioni di polveri sottili (Pm10 e Pm2.5). Le pm10 (penetrano nel tratto superiore dell’apparato respiratorio, dal naso alla laringe) e le ancora più terribili pm2,5 (si spingono nella parte più profonda dell’apparato fino a raggiungere i bronchi) che sono prodotte soprattutto da gasolio e carbone, riscaldamenti domestici, centrali elettriche e, non da meno, inceneritori. Poi aggiungiamoci anche il biossido di azoto, no2, emesso da impianti di riscaldamento, centrali termoelettriche e processi
produttivi vari, da cui si potrebbero salvare da qui al 2020 quindicimila vite umane all’anno in Italia facendo rispettare i limiti di legge in tutto il Paese.
Questo il passaggio dello studio Viias più inquietante: “L’inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di 10 mesi; 14 per chi vive al Nord, 6,6 per gli abitanti del Centro e 5,7 al Sud e isole. Gli effetti sono maggiori al Nord e il solo rispetto dei limiti di legge salverebbe 11.000 vite all’anno. Inoltre il rispetto dei limiti avrebbe ricadute positive anche sull’economia: seguendo le statistiche del’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, 10.000 decessi evitati all’anno corrispondono a circa 30 miliardi di euro”.
Venticinque mila cittadini italiani oggi sarebbero in vita se la legge fosse stata rispettata. A Roma e Milano ogni anno si sarebbero potute salvare, rispettivamente, 1.200 e 900 persone.

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