A proposito di Giustizia, a quando una riforma seria?


La riforma della giustizia non può più aspettare, occorre ridurre i tempi dei processi, introdurre il reato di omicidio stradale e visto che la legittima difesa è inapplicata in Italia, nuove leggi che tutelino maggiormente le vittime che i colpevoli come avviene in altri paesi. 
by Pier Carlo Lava
La legittima difesa è inapplicata in Italia, così recita il titolo della lettera di un lettore recentemente pubblicata su un giornale. 
Chi scrive prende a riferimento i recenti fatti di cronaca riguardanti gli spari per legittima difesa di cittadini e aggiungo i commercianti, nei confronti di banditi che entrano in casa o nelle attività commerciali, certamente non con intenti amichevoli. 
A questo proposito purtroppo, la legge italiana è ben diversa da quella vigente ad esempio negli Stati Uniti, dove nelle stesse situazioni viene sempre tutelata la vittima e punito il colpevole. Da noi accade sovente il contrario e la vittima, cercando difendersi, rischia il danno e la beffa, cioè il carcere e la condanna a risarcire i banditi.
Ora non dico che la nostra attuale legge in merito a certi fatti di criminalità debba essere cambiata adottando integralmente quella in vigore nel paese sopra citato ma forse è quantomeno il caso di
adeguarla al mutamento dei tempi che vedono una criminalità sempre crescente e violenta, non sono infatti infrequenti i casi in cui criminali senza scrupoli non si accontentano di rapinare le persone anziane, ma le picchiano selvaggiamente e a volte le uccidono.
Proviamo quindi ad immaginare una nuova legge più giusta che consenta quantomeno ai cittadini di difendersi, senza per questo farli automaticamente o quasi passare da vittime a colpevoli. 
Nell’ attesa che la politica e la magistratura si rendano conto che il mondo è cambiato e di conseguenza le leggi vanno adeguate all’evoluzione dei tempi è bene tenere presente quanto è solito ricordarmi un amico quando ci capita di parlare di questi fatti di cronaca nera, in casi estremi: “è sempre meglio un brutto processo che un bel funerale!”.


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