Simona Martinotti e Elia Ranzato: Il miele come cicatrizzante


Con il termine “ferita” si intende una lesione anatomica e funzionale, dovuta ad un trauma o un incidente.  La capacità di riparare una lesione, ricostituendo il tessuto danneggiato, con le stesse caratteristiche che aveva prima dell’insulto, è alla base della rigenerazione. Ad eccezione della fase fetale, in cui le ferite possono essere riparate per neo-formazione di tessuto, senza generare cicatrici, i mammiferi, uomo incluso, dopo la nascita non hanno questa capacità. 
La guarigione delle ferite è un elemento molto importante per la cura della pelle e i composti naturali capaci di favorire questo processo sono particolarmente interessanti.
Sin da tempi molto antichi, il miele è stato usato non solo come dolcificante naturale, ma anche a scopo terapeutico e per la salvaguardia della salute.  
Storicamente, il miele era noto per il trattamento di un ampio spettro di lesioni, come ferite, ustioni e ulcere. Studi in vivo su animali modello e test clinici hanno dimostrato che il miele può accelerarne la guarigione. Tuttavia, alcuni autori sostengono che non ci siano sufficienti evidenze per il trattamento clinico di lesioni gravi. Gli effetti cicatrizzanti del miele sono associati agli alti livelli di viscosità e osmolarità, al pH acido e alla presenza di perossido di idrogeno. Tuttavia, ulteriori meccanismi d’azione associati alla guarigione delle ferite sono ignoti. 
Il nostro studio è stato pertanto rivolto all’analisi dei meccanismi cellulari e molecolari indotti dal miele durante il processo di riparazione della ferita. 
A tal fine, è stato usato un modello sperimentale in vitro di scratch wound assay già ampiamente
sperimentato nel nostro laboratorio.
La ricerca è stata svolta usando linee cellulari di cheratinociti e fibroblasti che sono i principali tipi cellulari della pelle; e poiché è noto che l’origine botanica del miele ha una notevole influenza sulle proprietà biologiche di questo prodotto, questa indagine è stata condotta mettendo a confronto vari tipi di miele.
Lo studio ha fornito una caratterizzazione delle proprietà del miele sulle cellule della pelle e suggerisce che questo prodotto naturale possa essere usato efficacemente per il trattamento clinico delle ferite.
I vantaggi forniti dal trattamento delle ferite con miele possono riassumersi come segue:
1) bassa citotossicità;
2) accelerazione della rimarginazione;
3) scarsa induzione di processi infiammatori;
4) induzione della transizione epitelio-mesenchimale nei cheratinociti.
In conclusione, i dati di questa indagine dimostrano che le proprietà benefiche del miele sulle ferite vanno ben oltre le note proprietà antisettiche che erano ritenute prioritarie per questo tipo di effetto. Inoltre, i dati mostrano che mieli differenti agiscono a livello cellulare e molecolare con differenti meccanismi, suggerendo che trattamenti combinati con mieli di tipi diversi potrebbero fornire risultati clinicamente rilevanti.
Infine, l’attivazione del fenomeno di transizione epitelio-mesenchimale è un aspetto molto importante per la caratterizzazione farmacologica del miele, rendendolo un oggetto di studio particolarmente interessante, anche in vista di eventuali altre applicazioni cliniche.
Lavori scientifici:
Simona Martinotti, Elia Ranzato, Propolis: a new frontier for wound healing? Burns&Trauma 2015, 3:9. 

Elia Ranzato, Simona Martinotti, Bruno Burlando, Honey exposure stimulates wound repair of human dermal fibroblasts, Burns&Trauma 2013; 1: 32-38   

Elia Ranzato, Simona Martinotti, Bruno Burlando, Epithelial mesenchymal transition traits in honey-driven keratinocyte wound healing: comparison among different honeys. Wound Repair and Regeneration 2012 20(5):778-85. 

Libro:
Cellular and Molecular Mechanisms of Honey Wound Healing, a cura di Elia Ranzato e Simona Martinotti, Nova Publisher, New York 2014, ISBN: 978-1-63117-251-9

Questo libro, con contributi di esperti internazionali (dall’Australia agli USA, dal Qatar alla Nigeria) esplora per la prima volta i dati che si stanno accumulando circa gli effetti benefici del miele, andando oltre le proprietà antisettiche, suggerendo così il coinvolgimento di meccanismi fisiologici specifici.

Lush prize
Nel novembre 2013 si è svolta a Londra, la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Lush Prize, il premio internazionale dedicato alla ricerca nel campo dei test alternativi promosso da “Lush” e “Ethical Consumer”.
Dodici i premiati provenienti dall’Europa, dagli Stati Uniti e dalla Nuova Zelanda per i loro notevoli contributi nel campo della ricerca scientifica, della sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della lobby “cruelty free”. Nella categoria “Giovani Ricercatori”, la dr.ssa Simona Martinotti è stata premiata per la sua ricerca nella cura delle ferite e nello "skin health" (benessere della cute) con rimedi a base di prodotti naturali, come il miele, condotta in collaborazione con Elia Ranzato.
Simona Martinotti è stata selezionata per la ricerca mirata allo sviluppo di test di laboratorio, su prodotti per il benessere e la cura della cute.
Il premio Lush nasce da una collaborazione tra Lush ed Ethical Consumer; la Lush è una compagnia manifatturiera di Manchester, rivenditrice di cosmetici fatti a mano con negozi in 49 paesi nel mondo. Il premio nasce per promuovere l’uso di una sperimentazione non animale nei test di sicurezza dei prodotti per i consumatori, concentrandosi sull’abolizione dei test di tossicità degli ingredienti e dei prodotti, e integrandosi con i numerosi progetti già esistenti contro la sperimentazione animale dei medicinali.

Gli autori
Simona Martinotti si è laureata in Biologia nel 2006 e in Scienze Biologiche Applicate nel 2008. Nel 2008 inizia il corso di Dottorato in Scienze Ambientali (Acque Interne e Agrosistemi) presso il DISIT, e lo temina nel 2012 discutendo poi la Tesi dal titolo “Active nutrients and drug: building a new synergistic approach in mesothelioma therapy”. Oltre allo sviluppo di nuovi approcci per il mesotelioma, un altro importante campo dell’attività scientifica è lo studio dei meccanismi di riparazione delle ferite e di rigenerazione tissutale utilizzando composti naturali.
Nel 2013, ha vinto il Lush Prize Award, premio internazionale dedicato alla ricerca nel campo dei test alternativi promosso da Lush e Ethical Consumer. Nel 2015, è stata selezionata tra oltre 20000 giovani scienziati per partecipare al 65esimo Lindau Nobel Prize, settimana di incontri e conferenze con 65 premi Nobel.

Elia Ranzato (ERa) si è laureato nel 2002 in Scienze Biologiche. Ha conseguito, nel 2006, il dottorato di ricerca presso l'Università del Piemonte Orientale, occupandosi di monitoraggio ambientale. Nel 2011, ERa è stato insignito del Premio Ricercatore Junior, da parte dell’Associazione Italiana di Colture Cellulari (AICC).
Una parte dell'attività scientifica di ERa è dedicata allo sviluppo di nuovi approcci per il mesotelioma. Un altro importante campo dell’attività scientifica di ERa è lo studio dei meccanismi di riparazione delle ferite e di rigenerazione tissutale utilizzando composti naturali. Grazie alla sua capacità di attrarre fondi da parte d’istituzioni internazionali, ha ottenuto per ben due volte lo Yamada Bee Farm Grant da parte della Fondazione Giapponese Yamada Bee Farm, per intraprendere e proseguire un innovativo progetto di studio sul miele, che persegue tenacemente per produrre lavori scientifici originali.

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