Augusto Novali - SLAVE!


Ripensandoci, dopo, ero certo che mi avesse sgambettato, che avesse fatto apposta. 
Mi ritrovai disteso bocconi sulla sabbia, con lui disteso su di me e… era eccitato. Anche un paralitico lo avrebbe sentito. E lui voleva che lo sentissi. Restammo a terra cinque, dieci secondi al massimo. 
Non di più. Giusto il tempo di aggiustare il suo corpo parallelo sul mio, di premere con forza su di me, di farmi sentire la sua eccitazione e, un attimo prima di rialzarsi, di dare una spinta. Una spinta forte, arrogante, che mi costringesse a terra e che mi obbligasse a sentirlo. “Sono eccitato! Ti sono addosso. E voglio che tu lo senta!” Questo mi disse con quella spinta. Si rialzò e sempre scherzando, di corsa attraversò la spiaggetta ed entrò in acqua. Io rimasi lì, a terra, senza nessuna voglia di rialzarmi. E cominciai a piangere.
E’ inutile che vi racconti il resto di quella giornata. Non serve. Se avete capito che tipo sono potete
immaginare come la trascorsi. Cosa pensavo, le mie paure, la mia angoscia.
Aspettavo la sera. L’aspettavo come un condannato, con la tensione che cresceva sempre di più. In certi momenti con rabbia, furioso: “Che cazzo crede? Che vuole? Gli farò vedere io se…!” e subito dopo un senso di vergogna, di disgusto, mi assaliva e mi smontava. Sbollivo, e poi la tensione aumentava, ritornava la paura, risentivo quella spinta sulla sabbia e mi sentivo umiliato, fin nel profondo.
Quando ormai non c’era più alcun motivo per tirar tardi, verso l’una, andò in tenda, prese il necessario per fare la doccia e partì. “Meglio” pensai, convinto che fosse necessario riordinare le idee, per decidere chissà cosa. Ma ci rinunciai subito, e poco dopo anch’io presi con calma l’asciugamano e tutto il necessario; stetti ancora un po’ ad aspettare seduto a terra, fuori dalla tenda, e prima che lui tornasse mi avviai. Lo incrociai di ritorno. Stupidamente ancora tentai di prendermela comoda, di lasciare che passasse il tempo. Ma ero distrutto e non serviva. Prima o poi dovevo dormire. In quella tenda. Di fianco a lui.

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