TORNA DA ME, by vittoriano borrelli


Il successo di un blog, come di un qualsiasi sito web, dipende non solo dal numero dei visitatori ma anche, se non soprattutto, da quella fascia di lettori che gli esperti classificano con il termine “returning visitors”, ovvero “visitatori che ritornano”.
E’ facile navigare tra un sito e l’altro alla ricerca di questa o quella notiziache possa interessarci. A volte lo facciamo svogliatamente e senza uno scopo preciso, un po’ come fare “zapping” con il telecomando del nostro televisore nella speranza di trovare il canale giusto o il programma che finalmente ci aggrada.
In questo via vai di frequentatori della rete sono quelli che ritornano in un determinato sito i più “papabili”, quelli che qualsiasi bloggero webmaster desidererebbe trattenere anche solo con la forza del
pensiero perché restino dalle loro parti il più a lungo possibile.
Le strategie informatiche sono infinite. Ci sono ad esempio i cosiddetti SEO, Search Engine Optimization, ovvero quelle attività messe in atto per favorire la massima indicizzazione del sito nei motori di ricerca. Si usano codici (l’html, il più diffuso), parole chiavi(scegliendole tra quelle più ricorrenti) e altri stratagemmi per far sì che i contenuti del proprio sito ottengano il miglior posizionamento possibile nella rete ed essere così maggiormente visibili al vasto pubblico degli internauti. Una corsa, a volte, contro il tempo che somiglia un po’ a quella degli spermatozoiche s’inseguono e si spintonano per arrivare primi al traguardo.
Ma tutta questa “fatica” è niente se quello che scrivi noninteressa. Certo, le tecnologie informatiche come quelle sopra illustrate aiutano non poco ad “orientare” il mouse verso il sito pubblicizzato, ma poi quello che conta sono i contenuti. In pochi minuti si può ottenere un numero anche significativo di visitatori ma quanti di questi sono veramente interessati?

Non v’è dubbio che un’altra “spia” sullo stato di “salute” di un sito web sia proprio il tempo di visualizzazione della pagina cliccata. Se dura pochi secondi state sicuri che è un automatismo dell’indicizzazione o, peggio, una bocciatura senz’appello.
Scrivere qualcosa d’interessante è quindi la parola d’ordine. Poi concorrono altri fattori, come  il momento più o meno propizio in cui la notizia viene catapultata nella rete, l’indagine (mista a sondaggio) sulle preferenze dei lettori ed una martellante e capziosa pubblicità.
Concludo, ed è proprio il caso di farlo, con il mio personale appello: caro lettore che sei passato da queste parti per caso o per giudizio, naviga pure per altri “lidi”. Ma se quello che hai letto ti ha incuriosito od emozionato, torna da me.

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