“Buco” di 120 milioni contro 53: ora Alessandria fa lezione di dissesto al Comune di Viareggio


Trasferta nella città toscana commissariata per un seminario su come “sopravvivere”
MIRIAM MASSONE
ALESSANDRIA
Unite dal fil rouge del dissesto: Viareggio e Alessandria si ritrovano gemelle di disavventure legate al «buco» nelle casse comunali, 120 milioni per la città mandrogna, 53 per quella toscana. Storie simili, ma solo in partenza. Viareggio ha dichiarato il dissesto il 2 ottobre, due anni dopo Alessandria. Ma nella capitale del Carnevale sindaco e giunta non hanno retto e le dimissioni hanno aperto le porte a un commissario prefettizio, un tecnico chiamato dai viareggini «il prefetto di ferro» per via delle sue decisioni drastiche così lontane dall’arte della mediazione politica che ad Alessandria ha permesso invece di «indorare» un po’ la pillola. Mesi di trattative e sforzi hanno portato il sindaco Rita Rossa a un calo netto della popolarità ma anche al salvataggio di tutti i posti di lavoro
(persi solo i contratti a tempo e le collaborazioni) e alla tutela delle fasce più in difficoltà. Sono bastati 8 giorni invece al «prefetto di ferro» per far lievitare al massimo tasse e tariffe: in alcuni casi si è sfiorato l’aumento del 200%. Nemmeno il turismo, principale fonte di sostentamento per la mecca della Versilia, è rimasto escluso: la tassa di soggiorno dal giorno alla notte è passata da 60 centesimi a 4 euro a persona. Rincari tra il 20 e il 45% per le rette degli asili nidi.  
Ad Alessandria la giunta si è imposta invece per evitare un ulteriore stangata: «La retta più alta oggi è di circa 500 euro, ma per una scelta politica, altrimenti sarebbe potuta, in base alla legge, salire di molto» conferma l’assessore al Bilancio, Giorgio Abonante. Proprio lui è stato, nei giorni scorsi, in trasferta a Viareggio a incontrare il suo, ora ex, collega Lorenzo Bertoli (Pd) che prima della caduta del consiglio comunale contattò Alessandria ed ora dice: «Parlare con l’assessore Abonante è stato molto utile e ho proposto, già mesi fa, una sorta di confronto costante sul tema anche con il ministero». Da qui l’idea di organizzare un primo seminario. Una sorta di corso per «sopravvivere» al default ma soprattutto uno scambio di idee e suggerimenti, a questo punto, per uscirne. È probabile si fissi l’appuntamento già a breve, a Viareggio.  
Uno dei nodi da sciogliere sarà quello delle partecipate: «La strada che abbiamo intrapreso noi è la messa in liquidazione di alcune società e il riordino di quelle che trattano i servizi essenziali: forse un commissario avrebbe accelerato le liquidazioni, senza il riguardo però ai posti di lavoro» dice Abonante. La differenza la fa la politica, in questi casi, ecco perché anche l’ex assessore Bertoli spera nelle elezioni di primavera: «Questo choc è servito a mettere in discussione un sistema che non reggeva più, ma la politica illuminata ora può intervenire per ripartire, con una buona gestione della città». Curiosità, a margine: sia Viareggio che Alessandria hanno abbattuto un ponte simbolo del passato: quello «girevole» per la Darsena, e «il Cittadella» sul Tanaro. Ma un nuovo ponte, per ora, è già stato inaugurato: quello che unisce le due città in questa battaglia per rialzare la testa.  

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