Alessandria, corsa contro il tempo per salvare il Museo che racconta il mondo di Borsalino

Le sale oggi occupate dal Museo verranno sgombrate
per lasciare spazio a nuove aule dell’università Avogadro

Restano tre giorni per raccogliere tremila firme per “I Luoghi del Cuore” del Fai
VALENTINA FREZZATO
ALESSANDRIA
Raccogliere migliaia di firme in tre giorni: è la «mission» della delegazione del Fai di Alessandria, e non è «impossible» perché per la Cittadella l’obiettivo era stato raggiunto. Basta semplicemente ripetersi, fare di nuovo la differenza, impegnarsi come nel 2012, questa volta non per una fortezza ma per un Museo che tanti al mondo ci invidierebbero. Se solo sapessero della sua esistenza. Il problema è proprio questo e la soluzione è a tremila firme di distanza. «Ci interessa vincere l’edizione 2014 de I Luoghi del Cuore per ottenere visibilità - spiega la presidente della sezione del Fai cittadina, Ileana Spriano -. Non è questione di “salvare” il Museo del Cappello Borsalino, perché non arriverebbero tutti i soldi necessari. Ma se riuscissimo a piazzarci tra i primi tre, sponsor e aziende si accorgerebbero di
noi e potrebbero aiutarci concretamente».  
Serve quasi un milione di euro per procedere correttamente al trasferimento della collezione presente a Palazzo Borsalino: le sale oggi occupate dal Museo verranno presto sgombrate per lasciare spazio a nuove aule dell’università Avogadro. Il progetto: spostare tutto al piano terra, sfruttando la vecchia entrata dei dipendenti Borsalino e il grande spazio, ora quasi inutilizzato. «Ma per fare ciò - continua Spriano, che in questo progetto sta mettendo il cuore (e tutta la voce che ha) - servono soldi, il preventivo c’è già: per smontare e rimontare i vecchi armadi firmati da Gardella ci vogliono circa 800 mila euro».  
Dal Fai, e da Intesa Sanpaolo, ne arriverebbero ottantamila circa. «Non conta la cifra, esattamente come per la Cittadella, ma la visibilità: si accenderebbero i riflettori su di noi e potremmo attirare Fondazioni e sponsor importanti. Non possiamo permettere che questo Museo vada perso o allestito “come viene”. Ci avviciniamo anche all’Expo2015, la risonanza sarebbe internazionale».   
Parla del mondo e un po’ si arrabbia con quello, piccolo, di Alessandria: «Sono stupita che molti non vogliano aiutare il nostro Museo del Cappello Borsalino, unico nel suo genere. Non lamentiamoci se tutto va a rotoli se con l’indifferenza agevoliamo la nostra fine. Saremo noi ad averla voluta». Spriano, però, cambia umore quando si parla dei giovani - «che hanno partecipato molto alla raccolta firme, pur non mettendo cappelli» - e della Cittadella, per cui finalmente verranno utilizzati quei 50 mila euro guadagnati due anni fa tanto duramente. 




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